I giovani che vanno via dall'Italia pensano di lasciarsi alle spalle "un paese di sfigati", salvo poi scoprire, dovunque vanno, che il più ignorante tra noi, all'estero è un Umberto Eco. Per questo "nelle scuole italiane si dovrebbe insegnare Identità Culturale Italiana", ma evitiamo, per favore di usare la sigla Ici, che evoca altre questioni. Giovanni Veronesi ricorre a una provocazione e a una battuta per spiegare quanto gli stia a cuore il problema del futuro delle nuove generazioni, al centro del suo ultimo film: "Non è un paese per giovani".
L'emigrazione italiana è inesorabile
Ospite di 'Viva l'Italia, il format in diretta web di Agi con personalità del mondo della politica, dell'economia e della cultura italiane, Veronesi lancia un monito che ha il tono di uno scherzo, ma l'amarezza della realtà. "Non siamo nella situazione disperata della Nigeria e o della Siria" dice, "ma l'emigrazione italiana è più potente e più inesorabile perché è continua. Che succederà fra dieci anni quando in Italia mancherà una generazione, che si sarà trasferita all'estero? La sostituirà quella dei migranti che stanno arrivando. E a quelli della Lega conviene trattarli bene".
"I giovani votano a destra"
"La speranza" dice Veronesi, "è nei ragazzi. Se si lavorasse con loro dai 14 anni, quando cominciano a capire come stanno le cose, i ragazzi ci darebbero grandi sosddisfazioni". E a proposito di come si comportano alle elezioni e del peso che ha avuto il loro 'tradimento' sul voto al referendum costituzionale costato caro a Matteo Renzi, il regista è convinto che i giovani oggi votino a destra, "ovunque: in provincia come nelle periferie".
"Io ho creduto a Renzi" dice, "lo conoscevo, ho pensato che potesse farcela. Poi in realtà ho capito che in Italia più di tre anni alla volta non ti fanno governare, perché diventeresti troppo potente. E anche lui è cascato nella trappola: ha affrontato le cose con piccola arroganza. Se si tornasse alle urne, però, lo voterei. Per chi altro potrei votare?".
Non confondiamo le commedie con i film comici
La confusione che si è creata tra commedia e film comici rischia di essere fatale per il cinema italiano. Ne e' convinto il regista Giovanni Veronesi che, ospite di 'Viva l'Italia, il format in diretta web di Agi, punta il dito contro i produttori, colpevoli di aver costretto i registi a fare film che facessero ridere, senza preoccuparsi che fossero brutti e non incassassero. "Le commedie degli ultimi 15 anni sono un grande equivoco" dice, "vengono confuse con i film comici, ma la commedia ha sempre una cornice apocalittica, come la vita. Quelli di Checco Zalone, ad esempio, sono film comici non commedie. Bisogna smetterla di ostinarsi a fare film in cui il lieto fine domina. L'ho sempre detto e continuero' a dirlo: non c'e' niente di male a far morire un protagonista in una commedia. Nelle migliori commedie italiane il protagonista, alla fine, muore".