Visto che le elezioni anticipate in primavera "sono sfumate, io ritengo che le primarie del centrodestra vadano fatte entro giugno". Lo ha detto il leader di Direzione Italia, Raffaele Fitto, ospite del Forum AGI Viva l'Italia. Sull'ipotesi che sia tra i candidati alle primarie, fitto ha glissato: "Lo vedremo, ma prima servono le regole" e poiché "si può votare in autunno, da fine settembre in poi ogni data è utile per andare alle elezioni, entro giugno si devono fare le primarie del centrodestra, ma prima bisogna sedersi attorno a un tavolo per condividerne le regole, per passare dalle parole ai fatti".
Legge elettorale, "ripartiamo dal Mattarellum"
Fitto boccia l'ipotesi di un ritorno al proporzionale e indica il Mattarellum come base di partenza su cui avviare la discussione. "No al proporzionale, perché il giorno dopo le elezioni si avrà un parlamento in cui si andrà a comporre una maggioranza, ognuno prende quel poco o molto di voti frazionandosi e poi si cerca un'ipotetica coalizione. Io sono convinto che partendo dal Mattarellum si possa arrivare a un buon sistema. L'alternativa è davvero il proporzionale? Invito a riflettere sulle conseguenze che avrebbe, non sui destini dei partiti ma del Paese". Serve "una legge elettorale che consenta un minimo di governabilità. Io sono perché ci possa essere le coalizioni ma per organizzarle prima sono necessarie le primarie e chi ha il maggior consenso viene legittimato",
Anche se sono difficili, le scissioni hanno aspetti positivi
"Le scissioni sono sempre difficili, dopo la vita non è facile ma ci sono aspetti positivi" ha aggiunto Fitto che di scissioni ne sa qualcosa, avendo detto addio a Forza Italia perché contrario alla linea politica decisa da Silvio Berlusconi sul patto del Nazareno. E ha tenuto a ricordare e rivendicare: "Io non ho rotto per ambizioni personali o per rincorrere una poltrona, ma per il tema delle regole e di come si ricompone il centrodestra con le primarie".
Poi, "sempre con coerenza ho votato contro le riforme costituzionali dissociandomi da Forza Italia e contro l'Italicum e ora posso dire che abbiamo avuto il torto di avere ragione". Certo, dopo una scissione "bisogna rimettersi in gioco ed essere convinti, assolutamente la vita è più difficile perché in Italia c'è un sistema mediatico che non è facile rompere" e che si rifà ancora a vecchie dinamiche. Fitto non ha nascosto che "sono stati due anni molto difficili, ma ho fatto una scelta chiara e consapevole. Io non ho sfidato Berlusconi, ho posto questioni nel partito, non sono andato via per fare ribaltoni o fare il ministro, sono stato politicamente coerente rispetto al mandato elettorale".
La nuova avventura di Direzione Italia
Fitto ha respinto l'idea che il suo progetto politico sia "un'operazione da zero virgola". "No, sono convinto che non sarà così. Abbiamo avviato un percorso dal basso, sui territori". Non c'è dubbio, ha concluso Fitto che ci sia il rischio irrilevanza quando si esce da un grande partito, "ma io ho sempre provato a camminare con le mie gambe e mi sono sempre confrontato con gli elettori, non ho fatto una rottura contro qualcuno o per ambizioni personali, ma abbiamo rotto per la mancanza di regole e contro il Patto del Nazareno, e siamo stati, siamo e saremo sempre coerenti".