Roma - Per la ricostruzione del borgo di Amatrice "ci vorranno anni", ma la città "c'è, è quella di oggi, ci sono le persone, la scuola, il sindaco" e ogni piccolo passo è un successo. Nel corso del forum 'Viva l'Italia' con la redazione dell'Agi, il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, ha fatto il punto sulla situazione nelle zone del Centro Italia colpite dal terremoto, assieme al sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi.
"Dobbiamo avere priorità e una visione del futuro, il percorso c'è, ma è lungo nel suo sviluppo, ognuno deve fare la sua parte" ha spiegato Curcio
I borghi vanno ricostruti
"Vale la pena ricostruire quei borghi. L'Italia è fatta di quei borghi, sono zone di una bellezza incredibile", ha commentato Curcio che, in particolare, ha voluto ricordare una frase pronunciata dal commissario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani: "L'Italia senza quella parte di Centro non è più Italia". Ed è per questo che "la ricostruzione non è solo una questione economica".
Una visione di lungo termine
"Se poi si pensa al borgo finito, ci vorranno anni per realizzarlo", ma l'importante "è avere una visione". E su questo tema Curcio e Pirozzi sono sulla stessa lunghezza d'onda: "E' importante avere delle priorità legate all'emergenza, ma bisogna avere anche un piano di lungo periodo" ha sottolineato Curcio. Per riportare in vita il paese, non si può trascurare "la rete di lavoro, la scuola, l'aspetto religioso e quello sportivo", perché "oggi il campo sportivo non può essere una priorità, ma in futuro deve esserci".
Venticinque casette entro Natale
Intanto si riparte con la consegna di 25 casette entro Natale. "Se tutto andrà bene, e non ci saranno nevicate a rallentare le operazioni, i nuclei abitativi saranno pronti prima delle feste" ha assicurato Curcio. "Sarà un Natale difficile, un momento di riflessione". E' tradizionalmente una festa da trascorrere "in famiglia e molte di quelle persone hanno perso dei cari" nel sima".
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Curcio, presto anche noi su social media
"Ci sarà un nostro account su Twitter, ci stiamo lavorando", ha annunciato il capo della Protezione civile. "I social media - ha aggiunto - sono un'opportunità, con una divulgazione costante e continua".
"Il 24 agosto la scossa in diretta"
"Ho sentito la scossa in diretta, ho chiamato io la sala operativa. Dopo un minuto avevamo già cognizione della situazione, è stato subito chiaro che era grave: sono scattate le procedure e ho avvertito io direttamente il presidente del Consiglio" ha raccontato Curcio.
Il racconto del sindaco di Amatrice
Il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, ha ricordato la "grande solidarietà dell'Italia" e ha ripercorso i momenti drammatici del terremoto. "L'ospedale non c'era più, le salme erano ammassate, abbiamo dovuto riconoscere i cadaveri e tanti non si riconoscevano". "Non penso più al passato, se pensassi al passato sarei morto, ho un ruolo che non me lo permette", ha aggiunto il sindaco, "mi nutro della solidarietà dell'Italia e del mondo. Nella precedente vita, prima del sisma, ho sempre avuto la percezione che gli italiani fossero brava gente, con un grande senso di appartenenza alla bandiera. Nella nuova vita, dopo il terremoto, ho avuto la certezza, gli italiani sono un popolo straordinario, abbiamo ricevuto solidarietà e vicinanza da gente che non conocevamo".
Tre storie di solidarietà
Il sindaco ha ricordato tre storie di grande solidarietà. "Ricordo un bambino che per il compleanno non si è fatto fare nessun regalo e ci ha portato i soldi, ricordo un emigrante italiano che ha un ristorante a New York e ha fatto serata per portarci 3mila dollari; e un'associazione di volontariato per portatori di handicap nel comasco, un ragazzo grave ci ha consegnato un assegno. Avevo una felpa e gliel'ho regalata. Mi nutro di queste cose e penso che dalle disgrazie possa nascere un nuovo modo di valutare le cose".
Il sindaco Pirozzi: "Renzi mi rispondeva alle 6:30 del mattino"
"In quel momento l'Italia ha avuto una grande occasione, l'occasione di dimostrare che è unita. E lo ha dimostrato. Io chiamavo il presidente del Consiglio anche alle 6:30 del mattino e mi rispondeva sempre", ha ricordato Pirozzi.
"Necessario omogeneizzare procedure tra Regioni"
"Non credo che siamo diventati più bravi, certo abbiamo compreso gli errori del passato ma ne facciamo degli altri e abbiamo necessità di omogeneizzare alcune procedure": il terremoto che ha colpito il Centro Italia ha riguardato più regioni e "mettere insieme quattro modi diversi di impostare l'amministrazione non aiuta", ha detto il capo del Dipartimento della Protezione civile. Curcio, anche ricordando le passate esperienze di terremoti nel nostro Paese, ha osservato che "ogni evento e' diverso: dal '97 a oggi si è trattato di situazioni differenti perché riguardano territori diversi e anche la società cambia in modo rapido. Nel '97 vi era un livello di comunicazione diverso, cosi' come il sistema di Protezione civile: non c'era stata la riforma del Titolo V e la materia era di competenza statale. Ora vedremo cosa accadrà con l'esito del referendum".
Curcio:" Mantenere equilibrio tra emergenza e progetti"
Va mantenuto l'"equilibrio" tra la gestione dell'emergenza, con l'"uso di strumenti straordinari" e la "programmazione" ha detto il capo del Dipartimento della Protezione civile. "Stiamo lavorando con il codice degli appalti approvato nel 2016 - ha rilevato Curcio - lavoriamo con procedure nuove. Siamo in continuo contatto con l'Anac, non c'è nessuno che ha la soluzione pronta. Noi non vendiamo nulla, non dobbiamo difendere alcun fortino, se una soluzione non va bene bisogna dialogare e trovare una soluzione insieme".