Tre esplosioni a due-tre ore di distanza l'una dall'altra, e poi i funghi di fumo e cenere. L'Etna ha dato spettacolo, questa mattina, facendo sentire il proprio ruggito in diversi comuni della provincia di Catania, ma per i vulcanologi che seguono da sempre il vulcano gli eventi rientrano nella "normalità". "È stato un evento modesto e del tutto normale per l'Etna, solo che da un po' di tempo non ne vedevamo cosi'. Nel 2013 vi furono centinaia di esplosioni simili", spiega all'AGI Boris Behncke dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, che è riuscito a cogliere la prima esplosione delle 8.36 con una macchina fotografica in modalità videoregistrazione.
L'attività riguarda il "puttusiddu", ovvero la bocca orientale del Nuovo Cratere di Sud-Est dell'Etna. Il cratere, ha spiegato all'AGI il vulcanologo Marco Neri, "è cresciuto negli ultimi 6-7 anni, e la sua bocca orientale guarda la valle del Bove", enorme contenitore di colate laviche. Rispetto alla recenti esplosioni, ha rassicurato Neri, "la differenza quella di oggi l'hanno fata l'energia, una bella giornata (che ha dato modo di vedere l'esplosione, e la potenza della detonazione, avvertita in centri abitati che distano 7-8 km in linea d'aria". Neri ha rassicurato anche rispetto al livello di allerta dichiarato dalla Protezione civile, deciso, infatti, il 29 agosto scorso, prima dell'evento di oggi e con cui "non ha nulla a che fare" nello specifico. Nel complesso l'attività dell'Etna di queste ore non deve destare "alcun allarme", ma va monitorata con "più attenzione del solito".