“Al momento sono ancora parte dell’equipaggio di backup, quindi per una missione che andrà in orbita alla fine del 2018. Poi se tutto andrà bene, 6 mesi dopo, quindi tra circa 20 mesi, dovrei tornare in orbita”. Sta facendo il conto alla rovescia Luca Parmitano, il primo italiano protagonista, nel 2013, di una passeggiata spaziale (in gergo tecnico attività extraveicolare, Eva), intervistato dall’Agi nel centro Nasa di Houston, dove si sta preparando per il suo prossimo lancio. Dopo Paolo Nespoli, impegnato fino a dicembre sulla Stazione spaziale internazionale (Iss), sarà AstroLuca, il prossimo connazionale a riportare l’Italia in orbita.
“Al momento è vero che noi italiani siamo il gruppo più nutrito all’interno del corpo astronautico europeo ma il ruolo dell’Italia è primario in tutti i campi, dalla ricerca all’esplorazione robotica fino ai nostri lanciatori e sicuramente con le nostre aziende e con l’Agenzia spaziale italiana (Asi) che hanno contribuito al 40% del volume abitato dell’Iss”, ha dichiarato con orgoglio Parmitano, sfoggiando la sua polo prediletta, quella con il logo dell’Agenzia spaziale europea (Esa), rossa per l’occasione. Alleanze come quella tra Nasa e Roscosmos (l’agenzia spaziale russa) per la realizzazione di una nuova stazione orbitante intorno alla Luna (Deep Space Gateway), considerata l’avamposto per il viaggio verso Marte, segnalano un nuovo Rinascimento per la corsa allo Spazio. “Possiamo dire che questo insorgere di accordi multilaterali tra le grandi agenzie spaziali internazionali significa che c’è un rinnovato interesse verso il Pianeta Rosso e verso la Luna perché è certamente la meta più ovvia dopo l’orbita bassa terrestre. È il luogo dove vogliamo arrivare nei prossimi decenni e credo che questo rinnovato interesse dia una spinta sia politica e sia di curiosità scientifica che ci permetterà il prima possibile di avere i primi lanci”.
Parmitano, insieme ai colleghi Paolo Nespoli, Samantha Cristoforetti e Roberto Vittori, aveva fatto da guida al presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita alla Nasa di Houston nel febbraio del 2016. “Per chi, come me, lavora all’estero da tanti anni in questo campo, avere la visita di chi rappresenta l’Italia intera è un grande stimolo, motivo di orgoglio, un grandissimo onore e ritengo sia anche un messaggio – ha tenuto a sottolineare Parmitano - se il presidente decide di venire negli Stati Uniti, a Houston, per visitare il Johnson Space Center e per parlare con gli italiani che lavorano nel campo dello spazio e della ricerca vuol dire che la sua convinzione e quella dell’Italia, sia che la scienza, lo spazio, la tecnologia e l’esplorazione debbano avere un ruolo di primo piano nei nostri pensieri”.
Parmitano, che dallo spazio ci ha emozionati con le sue fotografie mozzafiato, per il suo 41esimo compleanno, lo scorso 27 settembre, ha ricevuto un mazzo di nuvole “fresche” da Nespoli che le ha fotografate in orbita e girate, via Twitter, all’amico e collega. “Fortunatamente con Paolo abbiamo un ottimo rapporto che continua anche mentre è nello spazio. Sono fortunato ad essere stato lo speaker del suo lancio, potendo condividere le sue e le mie emozioni durante un momento bellissimo".