Ad Agrigento la comunità senegalese ha votato per le elezioni presidenziali del paese africano. Le votazioni si sono chiuse alle 18, così com’è avvenuto in Senegal. Per le procedure di voto l’amministrazione locale ha concesso i locali del Distretto Turistico Valle dei Templi. Nell’agrigentino vivono centinaia di migranti sbarcati a Lampedusa, molti di loro radicati sul territorio da decenni. Erano 402 gli aventi diritto ma alla fine a votare sono andati in 155.
“Molti ragazzi di città vicine sono rimasti bloccati perché gli autobus di domenica non circolano – dice Diop Papa Madoke, detto “Papi” rappresentante della comunità senegalese con base ad Agrigento da trent’anni – un altro gruppo invece recentemente ha avuto il permesso di soggiorno temporaneo e dopo quattro anni qui sono tornati in Senegal un paio di settimane fa, poi torneranno”.
Le votazioni si sono svolte con l’autorizzazione del consolato senegalese e hanno seguito tutte le regole previste in patria. Compreso un metodo tradizionale per riconoscere chi ha già votato. Oltre all’inserimento dei dati anagrafici sui registri, dopo aver “bucato” la scheda elettorale ognuno dei votanti si impregna un dito con della vernice rosa che sparisce nel giro di due giorni.
Allo spoglio nessuna scheda bianca, 85 voti Idrissa Seck, politico navigato già alla terza candidatura 38 Macky Sall, presidente uscente, 27 Ousmane Sonko, il più giovane candidato a queste elezioni, già autore di un libro denuncia sul business del petrolio, 4 Issa Sall, deputato nel 2017 e 1 Madické Niang, dirigente di lunga data del Pds e leale sostenitore dell’ex presidente Wade.
“Siamo grati all’amministrazione per aver agevolato l’apertura del seggio, questo è un segnale di integrazione fatta di gioia e rispetto”. Al termine delle votazioni il seggio è stato chiuso e alcuni di loro hanno seguito lo spoglio sulle tv senegalesi in streaming.