L a polemica del giorno riguarda la pubblicità dell'acqua Uliveto, sponsor della Nazionale di Pallavolo, arrivata seconda ai Mondiali. Nello scatto scelto non appaiono Myriam Sylla e Paola Egonu, le due atlete di etnia africana presenti in squadra. Sono loro due quelle coperte dalla bottiglia che svetta a sinistra? In molti lo hanno dato per scontato, gridando al razzismo, e di certo l'esclusione è apparsa bizzarra, dal momento che Egonu è stata una delle protagoniste della corsa delle azzurre fino alla finale, dove sono state sconfitte dalla Serbia. Ed è impossibile non notare che, nella pubblicità dedicata alla Nazionale maschile, la bottiglia è stata posta in modo da non coprire nessuno. Di certo, se una simile esclusione fosse stata voluta, avrebbe del clamoroso. Ma come è andata davvero?
Nella foto di repertorio utilizzata dall'azienda, spiega il Corriere, una delle atlete coperte è effettivamente Egonu ma l'altra è Serena Ortolani. Si tratta infatti di un'immagine di repertorio risalente non ai Mondiali ma alla Volleyball Nations League svoltasi da maggio a luglio. Sylla era stata convocata ma probabilmente non risultava in prima squadra, dal momento che nella foto incriminata non compariva proprio. È inoltre difficile accusare il gruppo Cogedi, proprietario del marchio Uliveto, di non aver voluto inserire le giocatrici nere nella campagna, dato che nella paginata pubblicitaria acquistata ieri su tutti i principali quotidiani Egonu è presente.
La replica dell'azienda
"Siamo sconcertati e amareggiati dal fatto che ci sia stato imputato un atteggiamento discriminatorio. Lo scatto è d'archivio e ci è stato fornito dalla Federazione. La scelta è stata casuale. Come si può verificare sui nostri account Instagram o Facebook o guardando le precedenti pubblicità, sono sempre presenti tutte le atlete. Cerchiamo semplicemente di alternare le foto", dichiara, sempre al Corriere, Patrizio Catalano Gonzaga, direttore marketing e media del gruppo Uliveto Rocchetta. In fondo, si potrebbe sottolineare, è quando il colore della pelle delle atlete non viene tenuto per nulla in considerazione che si può dire di non essere toccati dal razzismo.
Nondimeno, a prescindere dalle conseguenze inattese, di svista si può parlare comunque, dal punto di vista sportivo. Come pensare di escludere dalla pubblicità Egonu che, con le sue micidiali schiacciate, è stata una delle atlete più rappresentative della squadra? Sarebbe come se in una foto della Juventus venisse omesso Cristiano Ronaldo, osserva ancora il Corriere. E, se nella foto della Nazionale maschile la bottiglia non copre nessuno, forse il grafico avrebbe potuto fare uno sforzo in più. Quindi il razzismo non ci sarà ma la gaffe, in qualche modo, resta.