AGI - Sapete perché Sinner The Winner (cosi' ormai lo hanno ribattezzato i suoi fan, 'carota boys' compresi) è il tennista più forte del mondo, indipendentemente dall'attuale posizione in classifica che lo vede ancora misteriosamente al quarto posto? E sapete perché resterà il n.1 del mondo per tanti tanti anni? Perché ha quelle caratteristiche rare che distinguono il campione assoluto: talento infinito, capacità di sacrificio senza limiti, voglia di migliorarsi costante. Inoltre è uno stakanovista, uno che pensa solo al lavoro ed è un monomaniaco: per lui esiste solo il tennis.
Nella sua prima conferenza italiana dopo la vittoria dello storico slam australiano, nella nuova sede Fitp a via della Camilluccia a Roma, un cantiere ancora aperto, Jannik Sinner impressiona per maturità e sicurezza. La stessa che spiazza e sorprende gli avversari anche quando sembrano aver chiuso i conti (chiedere a Medvedev). "Ieri ho scritto al mio team: 'Ragazzi ci dobbiamo preparare perché dobbiamo lavorare'. Faremo ancor più lavoro di prima e saremo sempre più concentrati", dice candidamente il campione altoatesino.
Non importa che abbia appena vinto un trofeo che lo fa balzare nella storia del tennis (soprattutto in Italia), per lui non c'è tempo da perdere. E anche questa tre giorni nella Capitale per impegni istituzionali - visita dalla premier Meloni ieri (30 gennaio), conferenza stampa alla sede Fitp e successivo shoot fotografico al Colosseo oggi (31 gennaio), incontro al Quirinale con i colleghi della Coppa Davis da Mattarella domani (1 febbraio)- lo infastidisce non poco.
E lo dice chiaramente quando gli si chiede se intende accettare l'invito di Amadeus al più importante appuntamento nazionalpopolare d'Italia, il festival di Sanremo: "Non vado, faccio il tifo da casa - la battuta del campione - sono qua due giorni e poi per me 'l'Australia è finita'. Quando dovrei andare a Sanremo starò già a lavorare ed è quello che mi piace fare, per cui no, non andrò a Sanremo". Perché Sinner The Winner non si concede distrazioni. Nella sua vita c'è solo una regola: lavorare. "Una mia qualità? Non è facile - risponde il ragazzo che, tra l'altro, è anche molto modesto - forse il lavoro. Non ci sono segreti. Per arrivare al traguardo bisogna lavorare, forse anche più degli altri. Io mi sveglio al mattino e la prima cosa che penso e' che mi devo allenare". Tutto chiaro, no? Volonta' di ferro e consapevolezza che per raggiungere i traguardi non ci si può fermare un attimo. E per fare questo ha deciso di "buttarsi nel fuoco" cambiando tutto un anno fa, lasciando allenatore e team per costruire il suo futuro con Darren Cahill e Simone Vagnozzi, un nuovo team che "non dev'essere necessariamente il migliore di tutti, ma dev'essere formato da persone che si capiscono e dove ognuno fa il suo lavoro". Una scelta che ha fatto si' che Sinner diventasse 'The Winner'.
Il mio sogno era di vincere uno slam e ora so come ci si sente. Adesso lavoriamo per rivivere questa sensazione anche perché è stato proprio il lavoro che mi ha portato al successo
Ufficialmente non è ancora il numero 1 del mondo, ma è solo un dettaglio. "Ci sono differenze tra i primi cinque del mondo e poi tra i primi tre... Proviamo a fare un passo alla volta", dice con la saggezza di un vecchio, dal basso dei suoi 22 anni e mezzo. Poi aggiunge: "Sara' importante la programmazione che sto facendo. Lo scorso anno abbiamo fatto molto bene - spiega - e adesso il mio fisico sta bene ma devo migliorare ancora in forza e resistenza. Posso fare tutto meglio, ma gli step più importati erano quelli mentali, come affrontare certe partire e certi momenti", aggiunge. "Cosa succederà nel futuro non si può sapere, ma io vado ad allenarmi il prima possibile - continua - i miei avversari mi conoscono, conoscono le mie debolezze. La maggior parte dei giocatori ha poco da perdere quando mi affronta. Pero' mi piace", aggiunge sornione.