AGI - Carlos Alcaraz spegne le velleità di Matteo Berrettini a Wimbledon imponendosi, negli ottavi di finale, con il punteggio di 3-6 6-3 6-3 6-3. Il tennista romano si è opposto con coraggio ma niente ha potuto di fronte al numero uno del mondo che, dopo una partenza lenta, ha alzato presto il suo livello di gioco arrivando a disputare uno dei match più convincenti della sua carriera sull'erba. Lo spagnolo affronterà. ora Holger Rune che, a sua volta, ha superato in rimonta e in quattro set il bulgaro Dimitrov (3-6 7-6 7-6 6-3).
CARLITOS @carlosalcaraz defeats Matteo Berrettini 3-6, 6-3, 6-3, 6-3 to reach the #Wimbledon quarter-finals for the first time#Wimbledon pic.twitter.com/IR1O6YIlbx
— Wimbledon (@Wimbledon) July 10, 2023
Il match
Primo set
Berrettini trema solo nei due punti iniziali, al servizio. Ma basta uno sguardo verso il suo angolo, insieme a un respiro profondo, per trovare la giusta frequenza. Da quel momento è un botta e risposta continuo, colpo su colpo. La palla corre, veloce, spesso vicina alle linee. Di dritto come di rovescio. Anzi, forse è proprio con "il colpo più debole" che il romano sembra trovare maggiore continuità.
È una questione di dettagli, alla fine saranno appena tre i punti in più nel computo totale del set. Ma quei 'dettagli' pendono tutti dalla parte dell'italiano che, game dopo game, trova solidità in battuta (nella prima frazione 62% di prime palle) e negli scambi. La fiducia cresce. Tanto che, quando arriva l'occasione, all'ottavo game, Berrettini si fa trovare pronto. Il break, un 5-3 certificato dal benevolo occhio di falco, è decisivo.
Alcaraz è in difficoltà ma non arretra e non smette di lottare. Il turno di servizio seguente è combattuto, arriva ai vantaggi. Il braccio di Berrettini mulina fortissimo, la prima di servizio è spesso al corpo dell'avversario. Il 6-3, pur equilibrato, è meritato. Alcaraz, come con Jarry, perde un set. Stavolta tocca a lui guardare verso l'angolo, fare un cenno di approvazione, e tornare in campo come se nulla fosse accaduto.
Secondo set
Al giocatore di Murcia, del resto, nulla deve essere concesso. Soprattutto quando il punteggio lo vede in svantaggio. Berrettini ha un passaggio a vuoto all'inizio del secondo set e subito viene punito. Perde un servizio a zero sbagliando la valutazione di una palla, che bacia il gesso della linea laterale, e tre dritti consecutivi. Alcaraz ringrazia, si porta avanti nel tabellone e difende il vantaggio senza patemi e con autorità. Il suo "vamos" liberatorio, è di 'nadalesca' memoria. Il tabellone recita un set pari, un 6-3 speculare che sembra annullare (solo in apparenza) ciò che fin qui è stato fatto. È, inoltre, il primo set perso da Berrettini in tutto il torneo.
Terzo set
Il copione non sembra cambiare. L'epilogo è lo stesso, con un break troppo repentino. Stavolta però Berrettini prova almeno a opporre una strenua resistenza. Il secondo turno di battuta di Berrettini è una vera maratona. Lo spagnolo sale ancora di livello tanto da costringere l'azzurro a giocare al meglio della sua potenza. Per portare a casa un 15 "bisogna fare un punto due volte". Il copyright del commento è di Paolo Bertolucci ed esemplifica bene la capacità di "ribattitore" di Alcaraz.
Il break arriva dopo 6 tentativi grazie a una volée pazzesca e uno smash che è un vero schiaffo preso in piena faccia. Il romano incassa e riparte, senza mollare. Torna a macinare prime palle con 'ace' a oltre 130 km/h e dritti energici che non sempre sfondano per via del muro difensivo issato dal ventenne iberico. Il motore di Alcaraz è un diesel e ora è arrivato a spingere a pieni giri.
L'impressione è che Berrettini stia facendo il massimo ma che, dall'altra parte, ci sia davvero il numero uno del mondo. E non solo di oggi. Il secondo break chiude i giochi. È un altro 6-3. Ma questo fa più male perché cambiare l'inerzia del match sembra una'impresa da titani. È il miglior Alcaraz visto sull'erba, forse la sua migliore partita su una superficie che, nonostante qualche set perso di troppo, sembra poter dominare.
"I hope to reach that dream this year"@carlosalcaraz has big ambitions for The Championships 2023#Wimbledon pic.twitter.com/AWkJtt6i2g
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Quarto set
Berrettini sfrutta la pausa bagno per staccare, ritrovare concentrazione e non perdere convinzione. Le energie spese sono tante ma l'orologio indica che si è giocato per poco più di due ore. L'obiettivo è stare lì, aggrappati a ogni spiraglio che lo spagnolo potrebbe concedere. Alcaraz è il primo ad accorgersi di star disputando, dopo la fine del primo set, un match solido, con poche sbavature, ma sa anche di avere di fronte un avversario che sta esprimendo un tennis di alto livello, in linea con quello mostrato contro Sonego, De Minaur e Zverev. Il numero di pugni alzati del nativo di Murcia aumenta così in maniera vertiginosa.
Quelli di Berrettini, allo stesso modo, non mancano. Almeno fino a quando la luce inizia a calare. L'azzurro, ai cambi di campo, prova a spingere con l'arbitro e l'organizzazione del torneo per la sospensione del match. La pausa arriva sul punteggio di 2-2, in pieno equilibrio, per la chiusura del tetto. I due giocatori, zaino in spalla, escono dal campo centrale mentre i fari prendono vita.
Dieci minuti per riprendere fiato sono tuttavia troppo pochi. Alcaraz non cede di un millimetro e, nell'ottavo game, conquista un break che, di fatto, sancisce la fine delle ostilità. Berrettini si prende gli applausi del campo centrale e dell'avversario. Un mese fa non si sapeva neanche se avrebbe giocato, oggi il coro che tutti gli rivolgono è un sonoro "bentornato". Almeno in attesa di vedere cosa farà nel cemento americano.
Alcaraz, invece, vola ai quarti per la prima volta, e certamente non ultima, a Wimbledon. L'anno scorso era stato Jannik Sinner a frenarne le ambizioni. Stavolta anche lo "spauracchio" italiano è stato sconfitto. Un altro esame superato per quello che è più che mai, in ogni superficie, il nuovo fenomeno del tennis mondiale.