AGI - L'amicizia tra rivali non esiste. Novak Djokovic fa piazza pulita di ogni ipotesi di un rapporto che vada oltre il capo da tennis con gli altri campioni, Rafa Nadal e Roger Federer su tutti.
"Ho sempre avuto rispetto per Federer, è stato uno dei più grandi di tutti i tempi. Ha avuto un impatto straordinario, ma non sono mai stato vicino a lui", ha raccontato il campione serbo al Corriere della Sera. E su Nadal sottolinea che "anche con lui l'amicizia è impossibile. L'ho sempre stimato e ammirato moltissimo. Grazie a lui e a Federer sono cresciuto e sono diventato quello che sono. Questo ci unirà per sempre; perciò provo gratitudine nei loro confronti. Nadal è una parte della mia vita, negli ultimi quindici anni ho visto più lui della mia mamma".
Parlando della sua vita Djokovic ricorda un incontro da bambino con un lupo: "Provai una paura profonda. Mi avevano detto che in questi casi bisogna indietreggiare lentamente, senza perderlo di vista. Ci siamo guardati per dieci secondi, i più lunghi della mia vita; poi lui ha piegato a sinistra e se n'è andato. Provai una sensazione fortissima che non mi ha mai abbandonato: una connessione d'anima, di spirito. Non ho mai creduto alle coincidenze, e pure quel lupo non lo era. Era previsto. È stato un incontro breve, ma molto importante".
La questione no vax
"Io non sono no vax e non ho mai detto in vita mia di esserlo. Non sono neppure pro vax. Sono pro choice: difendo la libertà di scelta. È un diritto fondamentale dell'uomo la libertà di decidere che cose inoculare nel proprio corpo e cosa no". Lo ha detto il campione di tennis serbo Novak Djokovic intervistato dal Corriere della Sera, mentre si trova a Roma per gli Internazionali d'Italia.
"L'ho spiegato una volta alla Bbc - ha aggiunto - al ritorno dall'Australia, ma hanno eliminato molte frasi, quelle che non facevano comodo. Così non ho mai più parlato di questa storia". "Avevo avuto il Covid ed ero guarito - ha spiegato Djokovic - Ho rispettato tutte le norme e non ho messo in pericolo nessuno. Eppure una volta là sono diventato un caso politico, uno che metteva in pericolo il mondo".