AGI - Aryna Sabalenka, 24 anni e numero 5 del ranking mondiale, conquista a Melbourne il primo titolo Slam della sua carriera. Battendo in tre combattuti set (4/6-6/3-6-4) la russa di passaporto kazako Rybakina, la 'tigre' bielorussa porta a casa il suo risultato più importante. Sabalenka ci è riuscita al quarto match point, con il braccio tremante per l'emozione nel primo e relativo doppio fallo.
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— #AusOpen (@AustralianOpen) January 28, 2023
"Sto ancora tremando, è bellissimo ricevere il trofeo da te, grazie per quello che hai fatto per il nostro sport" ha detto Sabalenka commossa a Billie Jean King durante la premiazione.
L'urlatrice conquista Melbourne
Per comprendere fino in fondo la natura della gioia che la tennista ha provato conquistando a Melbourne il primo titolo Slam della carriera bisogna tornare indietro di cinque anni. Cioè al match che la gigantessa bielorussa (è alta 1,82, pesa ottanta chili e ha due spalle che fanno invidia ai nuotatori top) disputò contro l'idola locale, Ashleigh Barty, all'Aus Open di quell'anno. La Barty aveva perso il primo set al tie break, era nervosetta assai e il principale motivo del suo nervosismo era il continuo e rumorosissimo "gruntare" della sua avversaria. Un singulto continuo, emesso ad ogni colpo del quale la Barty ebbe a lamentarsi più volte e che provocò una reazione inusuale e certamente non elegante del non sempre fine pubblico australiano: molti spettatori presero a sbeffeggiare la Sabalenka ululando a loro volta. Una sorta di umiliazione pubblica che certo la non sempre solidissima nativa di Minsk faticò ad accettare.
La Barty, per la cronaca vinse l'incontro e la sua avversaria uscì dal campo a testa bassa. Su quello stesso campo Aryna ora, dopo una battaglia di tre set contro la campionessa di Wimbledon Rybakina ha avuto solo parole di zucchero verso il pubblico dopo aver conquistato una vittoria da vera Tigre della Bielorussia che poi sarebbe il suo soprannome: una tigre se l'è fatta tatuare a 18 anni sull'avambraccio sinistro, un po' perché simboleggia l'anno cinese in cui è nata, molto perché tra ruggiti in campo e motto personale ("lotta su ogni singolo punto") nel felino si identifica parecchio.
Le polemiche per la vicinanza a Lukashenko
Sabalenka ha cominciato a giocare a tennis a sei anni quando rimase folgorata vedendo dei campi da tennis mentre si trovava in macchina con il papà, Sergey, scomparso ad appena 44 anni, ex professionista dell'hockey, ambito nel quale Aryna Sabalenka ha trovato l'amore. È fidanzata con l'ex giocatore di hockey Konstantin Koltsov, che ha anche rappresentato la Bielorussia alle Olimpiadi invernali del 2002 e del 2010. Ha 41 anni, quindici più di lei e non ci vuole Freud per intuire che in lui la campionessa Slam abbia cercato la figura paterna.
Nonostante il talento, la perseveranza e l'abbraccio caloroso e le parole ammirate della Rybakina a fine match, Alyna non è certamente fra le più amate dalle colleghe nel circuito. E la situazione si è aggravata dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, paese di cui la Bielorussia di Lukashenko è alleata. La Sabalenka è considerata molto vicina alla figura e alle posizioni del suo presidente. Nel 2017 destò scalpore la sua partecipazione ad un festeggiamento di Capodanno nel Palazzo presidenziale con tanto di intervista. Nel 2021 quando rientrò in campo (a Mosca) dopo essere guarita dal Covid fu salutata da Lukashenko con un roboante: "I suoi polmoni pompano come mantici". E c'è stato pure chi, come il preparatore atletico dell'Ucraina Lesya Tsurenko, l'ha apertamente accusata di essere una fiancheggiatrice di Lukashenko e di essersi rifiutata di solidarizzare con le ucraine dopo i fatti di febbraio 2022.
Da regina dei doppi falli a nuova numero 2
Grazie al titolo australiano, il primo Slam della sua vita, Alyna Sabalenka, oggi numero 5 del ranking da lunedì sarà la giocatrice numero 2 della classifica Wta, posizione già raggiunta nell'agosto di due anni fa, e tutto lascia intendere che potrebbe portare presto l'assalto al trono di Iga Swiatek. Anche perché la tennista bielorussa che finora ha vinto 12 milioni di dollari in carriera si è finalmente lasciata alle spalle un problemone relativo ai doppi falli.
C'è un precedente di cui tenere conto per meglio apprezzare la nuova vincitrice Slam: l'anno scorso ad Adelaide la Sabalenka fu protagonista di un'altra giornata memorabile. Contro la slovena Juvan commise la bellezza di diciotto doppi falli perdendo il match. Ma è la natura di quei servizi fallosi che è entrata nella storia. Nella maggioranza dei casi la pallina concluse la sua corsa e metà della rete o anche prima: e quando la rete la superò finì fuori di metri. In un caso costringendo la malcapitata avversaria, che era ben ferma sulla linea di fondo, a scansarsi rapidamente perché se no sarebbe stata colpita al corpo. Un atteggiamento accompagnato da risolini isterici.
Un carattere difficile
Attacco di follia? Polemica contro qualcuno o qualcosa? La ragazzona qualche problema con la gestione della rabbia ce l'ha visto che per due volte, sempre nel 2018 è stata duramente censurata sui social per avere maltrattato, una volta in Cina e l'altra proprio a Melbourne, un ball boy reo di non essere sufficientemente reattivo nel portarle una bottiglietta d'acqua. Poi, in concomitanza con lo US Open dello scorso anno quando in stagione aveva già totalizzato 339 doppi falli, Alyna si eè consegnata nelle mani di un esperto di biomeccanica che il suo servizio l'ha ricostruito. E che di certo ha fatto un buon lavoro a giudicare dai "soli" sette doppi falli commessi nella finale di oggi, l'ultimo dei quali nel primo match point.
Quanto alla rabbia la Sabalenka ha annunciato di aver interrotto il lavoro con uno psicologo (il servizio, si sa, spesso è riflesso motorio della propria condizione interiore) perché ha smesso di sentirne il bisogno: "So cosa voglio e ormai posso essere la psicologa di me stessa" ha detto. Difficile dire se sia stata proprio l'interruzione di quella terapia a dare ad Alyna la quiete mentale necessaria per sconfiggere la Ribakyna sul campo invece di abbatterla a pallate come aveva tentato di fare un anno fa con la Juvan. L'incubo ha provato a riaffacciarsi con un doppio fallo sul primo match point, ma la tigre lo ha cacciato con un sorriso.