AGI - Lasciamo perdere Roger Federer, che si è ritirato a 41 anni suonati. Anche con dieci di meno, quanti ne ha Jules Marie, un tennista è ben conscio di non avere certo tutta la vita davanti. Ma al francese che non ha mai giocato nei campi centrali, che come best ranking ha raggiunto il 228 nel 2015 basta, in fondo, meno di un anno, come grida la scritta che apre il suo strepitoso canale Youtube: “Mancano nove mesi per raggiungere con voi le qualificazioni del Roland Garros 2023. Sostenete il mio progetto”.
Perché il bel Jules (e la bellezza per chi ci mette la faccia in questo modo, aiuta) che a un certo punto aveva quasi smesso di giocare, alla fine del 2021 ha deciso di riprovarci, ben conscio però di non avere i soldi necessari per allenarsi e girare il mondo per raccattare punti Atp.
E allora ha aperto, appunto, un canale Youtube seguito da quasi 80mila persone, cui si aggiungono i 36mila del suo profilo Instagram dove chiede di sostenerlo attraverso un crowfunding, allieta e diverte i suoi fan, con gli allenamenti e con i suoi match nei tornei minori, filmati dal suo fratello gemello, con colonne sonore accattivanti e anche con i reportage dagli alberghi sgangherati dove gli tocca alloggiare.
Beh, sta funzionando. Dal punto di vista economico e da quello agonistico: se in tutta la carriera tra singolo e doppio il 31enne ha incassato finora 101 mila dollari, il crowfunding che lo spinge verso Parigi ha già superato i 30mila euro.
Rispetto al ranking mondiale poi, il salto è ammirevole: il bel Jules aveva cominciato l’anno fuori dai top 1000 e adesso è salito al 529° posto. Al challenger di Mouilleron-le Captif dove era partito dalle qualificazioni, ha appena perso negli ottavi da un ex top 30 come Vasek Pospisil (oggi sceso 136) dopo aver battuto il nostro Francesco Maestrelli (180 Atp).
Tutto bene, Parigi si avvicina?
Non è detto… Con la sua trovata imprenditorial-tennistica, con la sua operazione tesa anche a far capire a chi il tennis lo segue soprattutto attraverso i gesti bianchi dei big che diventare un campione costa sudore e anche tanti soldi e sacrifici (sul suo canale youtube calcola, con tanto di grafico una spesa di 27 mila euro al mese tra aerei, vitto, alloggio, corde per la racchetta e, tra le varie voci, l’osteopata) Jules ha attratto, è vero, gli sponsor che non lo avevano mai degnato prima e che gli stanno dando una bella mano per farcela.
Ma accade che i suoi avversari, quegli stessi tennisti fino a ieri ben felici che quei campi secondari e quei match di serie B avessero finalmente una vetrina mediatica, adesso gli stiano negando il permesso di essere filmati, gelosi dell’effetto acchiappa-sponsor dell’operazione (o di non averci pensato loro per primi).
Qualsiasi influencer avrebbe approfittato del suo potere mediatico e dei suoi social per scatenare l’inferno, ma Jules evidentemente appartiene a un altro pianeta. Perché i suoi follower si sono scagliati in autonomia contro il tennista francese Antoine Hoang che dopo due altri colleghi ha negato il suo nulla osta alle riprese. E lui li ha pregati di abbassare i toni difendendo le ragioni del collega: “È un suo diritto, va rispettato”. A questo punto Jules si merita non solo di giocare le qualificazioni del prossimo Roland Garros ma anche di passare parecchi turni.