AGI - Oltre cinque ore e cinque set di tennis stellare. Capovolgimenti di fronte continui, set point e match point sprecati, due tie-break e tanti, tanti, colpi vincenti. Carlos Alcaraz conquista per la prima volta le semifinali degli Us Open, ultimo slam stagionale, battendo Jannik Sinner con il punteggio di 6-3 6-7 6-7 7-5 6-3.
Una partita epica quella che è andata in scena a Flushing Meadows, il nuovo capitolo di una rivalità che, nonostante la giovane età dei due (21 e 19 anni) è già entrata nelle pagine del tennis moderno. E non è solo una questione di racchette, dritti e rovesci, servizi e volée. Nella lunga maratona newyorchese sono stati i mezzi sorrisi, i pugni d'incitamento, le urla liberatorie a sancire i momenti clou del match.
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I due sono rivali sul campo e amici fuori dal circuito. E si vede in ogni scambio. Non risparmiano energie e non concedono nulla all'avversario: sanno che ogni confronto si decide sui dettagli. Sui centimetri di cemento intorno alle righe. Ne bastano pochissimi per decretare se la palla e dentro o fuori, se la partita è vinta o persa. Se si esulterà o si andrà a casa scuotendo la testa.
Alcaraz è partito fortissimo. Nella sua testa aleggiava la rabbia (sportiva) per le ultime sconfitte contro l'azzurro. A Wimbledon, prima, e poi a Umago, in Croazia. La vittoria nel 2021 al Master di Parigi, l'unica per lo spagnolo prima di oggi nei confronti diretti, sembra lontanissima. E in palio c'è tantissimo. Una semifinale contro Tiafoe e un'eventuale finale contro Ruud o Khachanov vale doppio. È un'occasione da non perdere. Lo sanno i due tennisti, il loro staff e tutti i tifosi. Elettricità ovunque, anche durante le pause per cambiare campo.
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Equilibrio e altalena
Alcaraz vince il primo set. Sono passati appena 53 minuti. È un 6-3 abbastanza netto nonostante diversi break. È un antipasto, a pensarci bene, di quello che sarebbe arrivato dopo. Il secondo set prosegue con lo stesso copione. Sinner e Alcaraz si scambiano "sportellate" da fondo campo. Cedono e riconquistano il servizio. Gridano e soffrono. Al tie-break è il nativo di San Candido a spuntarla (9-7). Ancora i dettagli. Anche nella terza frazione si arriva al tie-break ma stavolta non c'è storia. Sinner non lascia neanche un punto all'avversario. Sette a zero.
Il match è rivoltato come un calzino. L'azzurro mette la testa avanti. L'inerzia è tutta dalla sua parte. Lo spagnolo accusa il colpo, barcolla, sembra cedere ma non va al tappeto. Il quarto set è un'altalena. Sinner arriva ad avere un match point sul 5-4 che sembra poter chiudere tutto e mandare a casa gli spettatori. Ma Alcaraz risorge dalle sue ceneri, colleziona tre game in fila e vince il quarto set. Tutto da rifare, ancora.
La notte, intanto, è scesa su New York. Sugli spalti ci sono ancora tanti coraggiosi che non hanno abbandonato il loro posto. Davanti agli occhi c'è la storia. Lo sanno, lo sappiamo tutti. I due tennisti iniziano il quinto set con poche energie. Ma non mollano. Alla fine, ancora per quei maledetti dettagli. La spunta Alcaraz che sfrutta il secondo match point dopo aver ripreso per i capelli, per l'ennesima volta, una partita che non è mai stata nelle mani di nessuno dei due.
Ma nel tennis, sport crudele, il pareggio non è previsto. Il quinto set finisce 6-3 per lo spagnolo. Per Sinner, oltre agli applausi, resta l'amaro in bocca per un'occasione sfumata. Quel che resta, invece, negli occhi di chi ha visto la partita, è la consapevolezza di aver assistito all'ennesima prova di due giganti, due fenomeni, due tennisti che sono pronti a ritrovarsi in futuro per incrociare le racchette in altre epiche, e interminabili, battaglie.