AGI - Che il titolo lo abbiano vinto i croati Mektic e Pavic, in fondo, è solo un dettaglio da albo d’oro. Che cos’è una finale persa in confronto a un hashtag (#Isnerman) che resterà per sempre, un po’ come il Brangelina della fu coppia Pitt-Jolie? Perché i trionfatori di questo doppio 2022 degli Internazionali d’Italia (e forse di tutto il torneo) sono senz’altro John Isner e Diego Schwartzman, il “long John” americano alto due metri e 8 centimetri e “El Peque” il corto argentino che si ferma a un metro e 70. Non proprio l’ideale in singolare (svantaggio che non è mai riuscito a frenare le ambizioni di Diego, oggi 15 del mondo e due anni fa numero 8) figuriamoci in doppio.
Il pennellone e il piccoletto non avevano mai giocato insieme, da un po’ si ripromettevano di farlo e a Roma ci sono riusciti, mandando in estasi gli spettatori. Non si era mai visto tanto pubblico alla finale del doppio, di solito seguita (a torto) da quattro gatti.
Invece il Pietrangeli della finale tra i croati che in semifinale hanno spezzato il sogno del doppio azzurro Fognini-Bolelli e #Isnerman era gremito e non solo perché il match era nell’intermezzo tra la finale femminile e quella maschile. Gran parte degli spettatori è rimasta anche quando Djokovic e Tsitsipas hanno cominciato perché il divertimento, quello vero, era lì, a tifare per il piccoletto con il cappellino al contrario e per il lungagnone con il cappellino nel verso giusto.
Al Pietrangeli, mentre i due dopo aver perso il primo set rimontavano fino al tie break del secondo, vincendolo, è andato in onda un vero tifo da stadio, tra “Die-go, Die-go”, “Forza Jhonny” e un gruppetto in prima fila che alzando su il cartello con la scritta #Isnerman urlava “Isner-man, Isner-man”.
Long John si divertiva un sacco, scandiva pure lui il ritmo con la mano, e forse un momento di gloria come questo non gli capitava dall’incontro leggenda con Mahut a Wimbledon 2010 quando vinse dopo una maratona-record di undici ore e cinque minuti, divisa su tre giorni.
C’era un grande feeling in campo tra il lungo e il corto: Isner numero 22 nel rank di doppio e otto titoli doveva essere l’uomo decisivo rispetto a Diego che nella specialità di coppia è solo al numero 307 “e zero tituli” (ma è stato anche numero 39). Invece i due si sono alternati nella gioia e nel dolore, con Isner che nel tie break del secondo set ha mandato sotto la rete, lui che la rete dovrebbe dominarla dall’alto dei suoi due metri e passa, una voleè facile anche per un tennista della domenica, ma che poi ha annullato con una ace supersonico il match point sul 9-8 nel supertie-break finale.
E Diego dalla battuta flebile, è sempre stato risolutivo nelle sue prodezze da fondo campo e pure negli smash, alla faccia dell’ingenerosità di madre natura che gli ha concesso solo quel metro e 70. Pubblico in piedi, urla da stadio, “Isnerman, Isnerman” e peccato che un rovescio di Diego sul match point per la strana coppia sia finito fuori di un dito.
Peccato, perché se i croati alla fine non avessero vinto (6/2 - 6/7 - 12/10) avremmo senz’altro visto Isner prendere in braccio Schwartzman per festeggiare alla grande. Non importa, succederà presto. E per il pubblico del Pietrangeli hanno vinto loro. Tant’è che durante la premiazione scandivano, come allo stadio “sotto la curva- sotto la curva”.