AGI - Sarà il derby dei cannibali. Del campione che cannibale è stato e, dall’alto dei suoi 21 titoli dello Slam, può affermare di esserlo ancora; e pure di quello che invece pare in grado di divorare tutto quanto di tennistico gli si pari davanti nei prossimi anni.
A Indian Wells scoccherà l’ora di Nadal-Alcaraz, con Rafa, 35 anni, non certo nelle migliori condizioni fisiche e nemmeno psicologiche dopo la battaglia contro Kyrgios.
E Carlos, il diciottenne in canotta come il Rafa degli esordi, che qualche pausa di concentrazione l’ha patita nel corso del torneo, ma talmente è debordante la sua esuberanza fisica da far pensare che più passano i giorni (non i mesi…) più diventa difficile per chiunque batterlo.
Sarà il match del passaggio di consegne spagnolo? Forse sarebbe più giusto utilizzare questa espressione se l’incontro andasse in scena in un torneo dello Slam, tre set su cinque, magari a Parigi, il giardino di casa dove Rafa ha vinto tredici volte e dove chiunque abbia l’ambizione di succedergli deve batterlo.
Ma certo il match di sabato alle 19 dirà moltissimo su quanto manchi (se manca) al giovane per spodestare il grande vecchio da quel trono che vincendo a Melbourne ha dimostrato di occupare ancora.
Che non coincide con la classifica Atp ufficiale (Nadal ora è n.4 dopo aver trascorso in carriera 209 settimana in vetta) ma è invece questione di percezione e sentimenti.
Dopo la vittoria all’Australian Open, con Djokovic nelle polemiche e Federer ai box, lo spagnolo senior è oggi ancora di più percepito come il numero uno per acclamazione diretta nonché uno dei migliori atleti della storia dello sport, non solo del tennis. Una sorta di totem del dio competizione.
Alcaraz, al diciannovesimo posto del ranking Atp (ma da lunedì almeno numero 15) , che del primo Nadal ha la ferrea determinazione e la fame di vittorie, si presenta oggi come un aspirante cannibale.
I due si sono già incontrati una sola volta, lo scorso anno nei sedicesimi dell’ATP Masters 1000 di Madrid e Rafa gli lasciò tre game.
Ma in un anno è cambiato tutto… Alcaraz oggi appartiene a quel gruppo ristrettissimo di cui fanno parte a tutt’oggi forse solo Tadej Pogacar in rappresentanza del ciclismo e Mbappè del calcio; personaggi che incarnano al meglio il ruolo di cannibale che fu di Eddy Merckx, quello di chi è in grado di vincere senza fermarsi, spesso annichilendo l’avversario.
Nessuno degli altri boys che spingono per scalzare i grandi vecchi del tennis (Sinner, Auger Aliassime, Korda, Musetti, Rune) ha caratteristiche simili ed è già arrivato al suo livello di maturazione.
La semifinale di Indian Wells non ci dirà solo se già oggi Alcaraz è a livello di Nadal ma se, in proiezione futura, Carlos potrà vincere quanto Rafa.
O perlomeno ci darà un’idea di quale potrà essere il suo ruolo nel tennis del prossimo decennio e oltre.