AGI - Il solito noto. Cosa comunica il ritorno di Djokovic su un campo da tennis, a Dubai, dopo le polemiche australiane? Che Nole, per l’appunto, ha ricominciato da dove aveva lasciato. Il che potrebbe anche sembrare una non-notizia ma non è esattamente così.
Perché il mistero-Djokovic continua. Dove per mistero non s’intende certo se abbia intenzione di vaccinarsi oppure no: anche su questo ha lasciato le porte aperte ad ogni soluzione. Il vero mistero è cosa davvero Nole covi nella sua anima.
Il match vinto 6/3 – 6/3 contro Musetti ha detto che tennisticamente Nole è giusto un pochino arrugginito sul piano agonistico; il che, nel suo caso, vuol semplicemente dire che dopo uno scambio prolungato è possibile che commetta qualche errore più del solito nel tentativo di uscirci, dallo scambio.Per il resto (a parte una prima palla di servizio parsa un po’più veloce del solito) Nole è parso lo stesso Nole che pochi mesi addietro avrebbe potuto far suo il Grande Slam.
Ma del ritorno di Djokovic a Dubai si ricorderà soprattutto lo sfogo con irripetibili espressioni pronunciate in serbo all’indirizzo di Goran Ivanisevic (suo coach) e degli altri membri del suo team dopo aver commesso due doppi falli e concesso la quarta palla break a Musetti. Uno sfogo che aveva l’espressione visuale e i toni di altri crisi cui il serbo ci ha abituato; in particolare di quella di cui nella umidissima serata parigina dell’anno scorso si rese protagonista durante il match contro Berrettini.
E allora chi è Nole?
Il Dottor Jekyll che sorride e lancia il cuore a fine match o il Mister Hyde che sbrocca se sbaglia due palle? E tale “sbrocco” è solo il tentativo di ritrovare concentrazione o il segno affiorante di una furia che cova sotto la cenere? Possibile che le tonnellate di critiche e di disapprovazione di cui Nole è stato oggetto dopo i fatti australiani non abbiano lasciato in lui alcuna traccia?
È più vero il Djokovic che è in controllo dei suoi colpi o quello che il controllo lo perde se commette un paio di errori? E visto che la stagione non si preannuncia per lui tranquillissima quale prevarrà nelle prossime settimane?
Il tennis del serbo, che deve arrivare in fondo a Dubai per evitare che Medvedev, vincendo ad Acapulco, lo scalzi dal trono di numero 1 al mondo, è simbolo del personaggio che Djokovic è diventato: un Giano bifronte. Leader mondiale capace con la sua Fondazione di occuparsi di bambini sfortunati in tutto il mondo e idolo del nazionalismo serbo. Uomo con una vita sotto controllo e vulcano pronto a esplodere. Chissà se il resto della stagione scioglierà il dubbio su quale dei due fronti avrà la meglio.