AGI - Quando, tra poche ore, Simone Bolelli e Fabio Fognini scenderanno in campo per affrontare Ram e Salisbury nel quarto di finale dell’Australian Open una domanda potrà farsi spazio nel cervello di molti. Perché quei due non organizzano una stagione poggiata interamente sul doppio? Simone ha 36 anni, Fabio 34. Unici italiani nella storia a vincere un titolo Slam (Australia 2015) dopo Pietrangeli e Sirola nel ’59, i due azzurri sono ad un punto chiave della loro carriera.
Bolelli già da tempo si è dedicato al doppio: alle Finals di Torino era primo sostituto con Maximo Gonzalez, e la voglia di tennis ancora non l’ha abbandonato. Fabio è ancora n. 37 al mondo di singolare ma le fatiche di una stagione ad alto livello nel circus gli sono sempre meno sopportabili.
Dunque perché non privilegiare il tanto vituperato doppio, tra l’altro provocando un sorriso grande una casa nel capitano di Davis Filippo Volandri che si troverebbe ad affrontare la prossima scalata all’Insalatiera potendo contare (fatto non verificatosi a Torino nel novembre scorso) su una formazione di doppio collaudata e allenata?
Simone&Fabio quest’anno hanno già raggiunto la finale di Sidney (perdendo per mano di Peers-Polasek) e a Melbourne hanno avuto la meglio sui titolatissimi Dodig-Melo e Jamie Murray-Soares, che dopo aver vinto il titolo nel 2016 l’anno scorso hanno centrato la semifinale.
Salisbury e Ram sono teste di serie n. 2, hanno vinto nel 2020 e l’anno scorso hanno centrato le semifinale. Ma perché non sperare che la coppia italiana sia solo all’inizio di una stagione “da doppisti” che potrebbe portare risultati che sarebbero il coronamento straordinario della carriera di entrambi?
Ram è un ottimo giocatore di volo, attitudine che gli deriva forse dalle sue origini indiane (anche se lui è americanissimo essendo nato a Denver) dove il tennis significava erba e cioè gioco di volo. Il britannico Salisbury ama il doppio in ogni sua declinazione visto che l’anno scorso ha conquistato anche due titoli Slam di misto, Roland Garros e Us Open.
Un successo degli azzurri oltre a portare loro nella semifinale dell’Happy Slam sarebbe un altro eccezionale elemento di gioia per un torneo che già vede Matteo Berrettini in semifinale nel singolare (affronterà Nadal). Aspettando Sinner. Che momento incredibile.