AGI - Nuovi casi, scambi di accuse e caccia all'untore: il focolaio dell'Adria Tour, il torneo di tennis itinerante nei Balcani, continua a lasciare una scia di contagi e polemiche. L'ultimo caso riguarda il campione serbo della Nba Nikola Jokic: il cestista di Denver è risultato positivo al Covid-19 e, anche se asintomatico, dovrà effettuare altri test prima di rientrare negli Stati Uniti e mettersi a disposizione dei Nuggets. Nei giorni scorsi avrebbe incontrato Novak Djokovic, il tennista numero uno del mondo che è il più illustre sportivo contagiato (insieme alla moglie) e che ha chiesto scusa per aver sottovalutato i rischi per la sicurezza nell'organizzare il torneo benefico.
In difesa del 33enne 'Djoker', nel mirino anche per le sue posizioni 'No Vax', è sceso in campo il papà Srdjan che ha accusato il bulgaro Grigor Dimitrov, il primo partecipante al torneo risultato positivo, pur senza mai nominarlo. "Perché è successo? Perché probabilmente l'uomo è arrivato con un'infezione da chissà dove e non si e' sottoposto al test qui, l'ha fatto in qualche altro posto e penso che sia sbagliato", ha dichiarato a un'emittente serba con chiara allusione a Dimitrov, che aveva partecipato alla prima fase del torneo ma si e' fatto il tampone solo quando è rientrato a Montecarlo.
"Per fortuna dal punto di vista fisico Novak sta bene, è risultato positivo ma non significa che sia malato". Poco dopo è arrivata la replica del 29enne tennista bulgaro, attraverso il suo manager, Georgi Stoimenov: "Dopo tre mesi di isolamento, Grigor è andato direttamente a Belgrado e né lì, né più tardi a Zara, gli è stato proposto o è stato costretto a fare il tampone".
"Gli organizzatori dell'evento sono i soli responsabili del protocollo sanitario del torneo e delle regole da seguire. Grigor ha rigorosamente osservato tutte le norme da loro imposte e le leggi e i regolamenti esistenti", ha assicurato.