R io de Janeiro - Distrutto, senza parole. Il ricorso al Tas e' finito nel peggiore dei modi per Alex Schwazer: otto anni di squalifica, niente Olimpiadi di Rio de Janeiro e carriera praticamente finita. La sentenza e' arrivata nel tardo pomeriggio di ieri in Brasile e ha scosso il marciatore altoatesino. "Sono distrutto", sono le uniche parole che e' riuscito a dire alle persone a lui vicine. Prima di chiudersi in silenzio per 45' abbondanti. Nel suo hotel a Ipanema, alle 20 ora locale, l'entourage del marciatore altoatesino ha convocato una conferenza stampa, ma Alex ha preferito non presentarsi. E' rimasto in silenzio per quasi un'ora, poi e' uscito a fare una passeggiata. Al ritorno, Schwazer si e' seduto nel pub di fronte al suo hotel, ancora senza parole, fissando la televisione dove trasmettevano, ironia della sorte, un match di beach volley dei Giochi Olimpici di Rio de Janeiro. Quei Giochi che Alex non potra' disputare.
"Dovete avere rispetto". Queste le uniche parole di Alex Schwazer, ai giornalisti che lo attendevano per ore fuori dall'hotel e che nei giorni scorsi hanno seguito passo passo la sua vicenda, scappando in un taxi per non parlare. Anche su indicazione esplicita del suo entourage. Una reazione comprensibile: il marciatore altoatesino ci credeva davvero, sperava realmente nella riabilitazione del Tas, nonostante gli avvertimenti del coach Sandro Donati e delle persone a lui vicine. E invece adesso, per Alex, la marcia e' davvero finita.
"La Iaaf ha fatto il bello e il cattivo tempo in questo procedimento fino ad arrivare a questo incredibile viaggio transoceanico che mi sa tanto di beffa studiata per umiliare Alex", ha dichiarato Sandro Donati, coach di Alex Schwazer, nella conferenza stampa indetta a Rio de Janeiro. "Alex ha un grande talento e qui avrebbe conquistato grandi risultati e invece deve prendere la mannaia sopra la testa - ha aggiunto Donati - Vi lascio immaginare cosa ha significato per noi venire al patibolo sapendo cosa sarebbe stato. Chi di voi crede realmente che la Iaaf sia diventata una operazione modello per il boicottaggio ai russi? Ma stiamo scherzando? Questa e' la federazione che si e' fatta corrompere dai russi".
"Siamo delusi ma andremo avanti a trovare la verità con l'esame del Dna e quant'altro. Otto anni perché è recidivo. Non sappiamo ancora le motivazioni", ha dichiarato l'avvocato Thomas Tiefenbrunner, legale di Schwazer. "Non commento le sentenze, prendo atto", ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò.
Il Tas ha accolto tutte le richieste che la Iaaf aveva fatto e quindi non ha concesso alcuna attenuante al marciatore altoatesino che sognava le Olimpiadi di Rio de Janeiro, obiettivo che si era prefissato da oltre un anno, quando aveva iniziato la collaborazione con Sandro Donati, il paladino della lotta al doping. L'ultima chance, ma ormai i Giochi saranno passati, sara' quella di andare fino all'ultimo grado di giudizio che e' la Corte Federale svizzera. Il 31enne marciatore di Calice di Racines fara' richiesta di esame del Dna.
Alex Schwazer era stato trovato positivo all'esame antidoping del primo gennaio 2016 solamente a seguito di un test di laboratorio effettuato oltre tre mesi dopo l'esame che inizialmente aveva dato esito negativo. Gravi - secondo la difesa - sono stati i ritardi nella comunicazione all'atleta da parte della Iaaf. Infatti, sono trascorsi oltre 40 giorni dal momento della positivita' riscontrata, il 13 maggio, alla notifica, avvenuta il 21 giugno.
Schwazer e' risultato positivo una prima volta all'Epo in seguito a un controllo antidoping alla vigilia dei Giochi olimpici di Londra 2012. Sospeso dal Tribunale nazionale antidoping fino al 29 aprile scorso, e' rientrato in attivita' in occasione dei Mondiali a squadre di marcia 2016 a Roma, vincendo la 50 km e ottenendo la qualificazione per i Giochi olimpici di Rio. In seguito a una positivita' (steroidi) controversa del primo gennaio scorso, la federazione internazionale lo aveva sospeso in via cautelare, fino al verdetto del Tas. (AGI)