T ra poco più di un mese e mezzo lo stadio olimpico di Pyeongchang non esisterà più, smantellato come fosse un palco da concerti piazzato in una piazza qualsiasi. Costato qualcosa come 109 milioni di dollari, l’impianto ospiterà soltanto quattro eventi: le cerimonie di apertura e di chiusura di Giochi Olimpici e Paralimpici invernali.
Uno stadio con la data di scadenza
Segnatevi sul calendario il 18 marzo: dopo quella data dello stadio olimpico sudcoreano non resteranno che video e fotografie. L’impianto ha una capacità di 35 mila persone, è organizzato su 8 livelli – sette sopraelevati e uno sotterraneo - e, se volete visitarlo ma non avete in programma un viaggio in Corea del Sud, potete navigare questa guida interattiva. Verrà demolito perché la sua manutenzione avrebbe costi esagerati e ingiustificati per l’utilizzo che se ne potrebbe fare. Nell’intera contea di Pyeongchang, l’area che ospiterà i Giochi, abitano 45 mila persone, cioè appena diecimila in più di quelle che possono essere ospitate nello stadio.
“Non ci sono sport invernali che possono riempire con regolarità una simile capienza – ha scritto Sports Illustrated -, e l’impianto non è neppure vicino a qualche città che ospita squadre professionistiche”. La contea di Pyeongchang si trova 180 chilometri a est della capitale Seul, nella regione dei monti Taebaek. Difficile immaginare un futuro per una simile costruzione. I problemi dello stadio non si fermano qui. Sul sito ufficiale di Pyeongchang 2018 gli organizzatori avvertono il pubblico che “farà veramente freddo, quindi non dimenticate di portare con voi abbigliamento caldo”. Le temperature oscillano tra -2° e -15°.
More money more problems
La candidatura olimpica della Corea del Sud era arrivata dalla provincia di Gangwon e non dal governo federale, motivo per cui le risorse economiche sono meno ampie e l’ente locale dovrà farsi carico della gestione dell’eredità olimpiche. Da qui la decisione di smantellare uno stadio che promette di essere tutt’altro che redditizio.
Di certo c’è che per costruire i sette impianti che ospiteranno in totale quattro settimane di Giochi sono stati spesi più di 850 miliardi di won, circa 650 milioni di euro. Per organizzare complessivamente l’evento, scrive invece The Philippine Star, il costo arriverà a sfiorare i 13 miliardi di dollari, un terzo in più di quanto pronosticato nel 2011, al momento dell’assegnazione a Pyeongchang dei Giochi.
Un magazzino per il pesce congelato?
Il problema dell’eredità olimpica è noto e fare un bilancio di costi-benefici per le città che ospitano un evento simile è pressoché impossibile. Lo stadio sudcoreano verrà smantellato, e simile destino attende l’area alpina di Jeongseon dove si assegneranno le medaglie di discesa libera, supergigante e supercombinata. Il motivo, in questo caso, sono le preoccupazioni ambientali: con un investimento di circa 95 milioni di dollari l’area verrà infatti riportata al suo stato originario sperando che la fauna locale non si sia nel frattempo ambientata altrove.
Resta però da capire cosa sarà delle altre strutture, a cominciare dal Gangneung Oval che sarà sede delle gare di pattinaggio di velocità. L’impianto costato 126 miliardi di won, 95 milioni di euro, inizialmente sembrava potesse essere riconvertito in magazzino per il pesce congelato, ma l’idea pare essere stata scartata.
Da Atene allo stadio Maracanà di Rio de Janeiro, le cattedrali olimpiche nel deserto sono uno spettacolo spesso desolante. Ecco perché smantellare uno stadio appena costruito può sembrare l’emblema dell’architettura usa e getta, ma a conti fatti forse il ragionamento è meno assurdo di quanto si potrebbe immaginare. E Pyeongchang non sarà neppure l’unico caso in cui le escavatrici diventeranno le protagoniste una volta che si chiuderà il sipario sui Giochi Olimpici: già le due città francesi Grenoble e Albertville, in occasione delle edizioni della manifestazione a cinque cerchi del 1968 e del 1992, avevano provveduto a smantellare i propri stadi olimpici.