È l’Olimpiade dell’esperienza. Non si possono definire vecchi, campioni come Svindal, Bjorgen, la Savchenko e Shaun White. È l’Olimpiade dei bis e delle conferme, un po’ in tutte le discipline. Ma è anche l’Olimpiade dell’Italia che, all’oro e all’argento, aggiunge un secondo bronzo dallo sci alpino, che finalmente è cominciato, e poi un terzo, per un totale di cinque medaglie, nel pattinaggio velocità.
Ciao, Mamma Quario
“Mi manda mammà”. L’argento ai mondiali di Garmish 2010 dietro la mitica Tina Maze, il 18° posto nel gigante ai Giochi di Vancouver e l’11° nella super combinata a Sochi 2014 non erano abbastanza per sgravarsi dall’etichetta di figlia d’arte, dell’ex azzurra Maria Rosa Quario (slalomista con 4 urrà in coppa del Mondo) e del maestro di sci Daniele Brignone. Per staccare il cordone ombelicale, ci voleva uno scatto mentale e quindi una medaglia olimpica. Dopo aver ha cambiato marcia, salendo quest’anno quattro volte sul podio di Coppa, finalmente, a 27 anni, Federica Brignone ha vinto la sua sfida conquistando il bronzo olimpico. Come solo, nello sci femminile azzurro di gigante, erano riuscite Giuliana Minuzzo a Valley 1960 e Deborah Compagnoni a Lillehammer 1994 e a Nagano 1998. Vent’anni fa.
Federica , a 46/100 dalla favorita Shiffrin (2’20”02) - seconda la norvegese Mowinckel a 39/100) -, conquista così la 33ª medaglia italiana nello sci alpino ai Giochi olimpici, la prima femminile dall’oro in superG di Daniela Ceccarelli a Salt Lake City 2002. Promette nuovi acuti a quest’Olimpiade coreana (suprG, discesa e combinata), ora che s’è liberata e intanto s’è placato anche il vento gelido coreano, anche se vive contrastanti sensazioni all’arrivo: “Ero strafece per me e intanto soffrivo per Manu, che era distrutta, accanto a me”.. Manu, “Cavallo Pazzo”, Manuela Moelgg che, dopo una prima manche strabiliante, frantuma il suo sogno all’ultima Olimpiade, a 35 anni, finendo appena all’8° posto, dietro anche a Marta Bassino al 5°. “Io ho fatto una “goggiata” a metà muro. Prendo e porto a casa, e mi concentro sulle prossime gare”, commenta da parte sua a denti stretti Sofia Goggia, 11ª.
E uno, comincia la collezione
La straordinaria 22enne di Vail, Mikaela Shiffrin, comincia la collezione di medaglie ai Giochi: dovrebbe disputare cinque gare e puntare almeno ad altrettanti podi, se non ad altrettanti ori. E’ già la sesta della storia ad aggiudicarsi gigante e slalom olimpici, dopo l’oro di Sochi 2014 in slalom, ad appena 18 anni e 345 giorni, ed ha appaiato Ted Ligety e Andrea Mead Lawrence come più medagliati olimpici Usa. Per ora ha reagito benissimo all’enorme tensione della lunga attesa della gara fissata lunedì e spostata a giovedì per le avverse condizioni esterne. Che sono migliorate moltissimo, con -6 gradi e il vento a 14 chilometri all’ora. Ma la pressione è destinata a salire vertiginosamente per lei già dalla prova della sua specialità, lo slalom di domani, dove difende il titolo di quattro anni fa e il ruolo di assoluta dominatrice di coppa del Mondo. Una pressione di nervi e anche di fisico, visto il sovraffollamento di gare una dietro l’altra che bisogna recuperare, senza riposo. Della serie: anche gli dei hanno i loro problemi.
Nicola, sorpresa azzurra
Dopo il terzo oro olimpico di fila dei 5000 metri, anche un mostro come Sven Kramer crolla di botto, nei 10000, la prova più lunga, la maratona del pattinaggio velocità. Ad approfittarne c’è un 23enne italiano, Nicola Tumolero da Asiago, cresciuto in modo impressionante negli ultimi tempi, grazie all’apporto del concittadino, aiuto-allenatore della nazionale ed allenatore personale nelle Fiamme Oro, Enrico Fabris. Il primo medagliato azzurro della disciplina, con l’oro nei 1500 a Torino 2006. “Gli dobbiamo tutti molto, io stesso non mi sarei mai immaginato una crescita del genere”. Presentava la prova olimpica il fresco campione europeo dei 5000 che fissa il cronometro a PyeongChang su 12'54"32, dietro il canadese Bloemen (record olimpico di 12’39”77) e l’olandese Bergsma (12'41"98).
Norvegesi d’attacco
I norvegesi fanno paura nello sci alpino come in quello nordico. Aksel Lund Svindal vince l’oro olimpico a 35 anni compiuti (il 26 dicembre), primo norvegese di sempre nella libera, più anziano olimpionico dello sci alpino (meglio dell’austriaco Mario Matt che ne aveva 34 e 319 giorni quando a Sochi 2014), rinverdendo i fasti di Vancouver 2010: oro in superG, argento in discesa e bronzo nel gigante; Marit Bjorgen, a 37 e 11 mesi, conquista il bronzo nella 10 km individuale e, con la dodicesima medaglia olimpica, dopo aver già battuto il record di donna più medagliata ai Giochi Invernali, aggancia il mitico connazionale norvegese Bjoern Daehlie, assapora il record di tutti i tempi di Ole Einar Bjoerndalen a quota 13 ed entra per sempre nella storia delle Olimpiadi. Perché, in assoluto, soltanto la ginnasta russa Larissa Latynina ha fatto meglio, con 18 medaglie (9 d’oro, 5 d’argento e 4 di bronzo).
Curioso il podio a quattro dei 10 km donne, dominati da Ragnhild Haga (altra norvegese) davanti a Kalla (Sve) e due atlete terze, con lo stesso tempo, 25 minuti 32.4 secondi, Parmakoski (Fin) e Bjorgen (Nor).
“La pressione che ti metti addosso è tremenda, desideri talmente tanto il successo… E, quando superi il traguardo, e ti vedi avanti a tutti, pensi soprattutto a quello: ai sacrifici, agli sforzi, alla fatica, sei sovrastato dalle emozioni, e quella sensazione è più grande di qualsiasi record”, racconta Svindal, oro olimpico in SuperG del 2010, che dopo due anni di problemi alle ginocchia, precede in 1 minuto 40.25 secondi il norvegese Jansrud e lo svizzero Feuz e ravviva la traduzione dei norvegesi d’attacco che era cominciata nel 1992, dopo 40 anni senza podi, coi Giochi di Albertville dominati da Aamodt e Jugge. “Per me è l’inizio della fine, ma ora mi concentro sul superG”, chiosa, felice per la conferma in libera dopo i 5 podi stagionali in coppa del Mondo (con 2 successi).
Per l’azzurro Dominik Paris un amaro quarto posto, a 54/100.
Hockey, il solito derby…
Dopo Nagano 1998, quando gli Usa si aggiudicarono la prova d’esordio nel programma olimpico, il Canada ha sempre vinto l’oro dell’hockey donne, battendo tre volte su quattro proprio le cugine yankees (a Torino 2006 le svedesi). E molto probabilmente la storia si ripeterà anche a PyeongChang. Intanto, le ragazze in rosso con la foglia d’acero, con Geneviene Lacasse in gran spolvero, hanno superato ancora una volta le statunitensi, acquisendo il comando del girone e un altro vantaggio psicologico importante sulle rivali di sempre sulla strada della finale del 22 febbraio. Del resto la supremazia delle canadesi caratterizza anche i Mondiali: dal via nel 1990, le due nazioni sono state presenti in tutte le finali, e “le rosse” sono 10-2, incluse le ultime 4 finali.
Sfortuna e storia
Aspettando la bergamasca Michela Moioli, gli azzurri dello snowboardcross non vanno oltre i quarti. Certo fanno impressione con quelle tavole lanciate a mille sulle cunette traditrici, troppo vicini e troppo alla ricerca della linea migliore per non toccarsi decine di volte e anche tamponarsi e cadere, purtroppo, com’è successo alla speranza Omar Visintin, forte quest’anno di 2 successi in coppa del Mondo. Che, dopo lo scontro, s’è comunque rialzato, è caduto un seconda volta, ma è arrivato al traguardo soltanto quarto. "Mi sono messo dietro allo spagnolo Eguibar, che ha sbagliato il salto, ero sulla sua linea, speravo di scappare all'atterraggio ma non ce l’ho fatta. Quando sei in aria, non puoi fare altro”. Gli era andata male anche a Sochi: uscì ius semifinale, quand’era in testa e finì che all’ospedale: “Non voglio fortuna, ma nemmeno sfortuna, questa volta sono stato sfortunato”.
Oro al francese Vaultier, bis di Sochi, davanti all’australiano Hughes e allo spagnolo Regino Hernandez. Che entra nella storia con un bronzo: è la prima medaglia ai Giochi invernali del suo paese dopo 26 anni. Raggiunge i fratelli Paco and Blanca Fernandez Ochoa: Paco si aggiudicò il primo ed unico oro nello slalom di Sapporo 1972 e la sorella conquistò l’argento vent’anni dopo ad Albertville. Felice al traguardo il 26enne che è il veterano del contingente di appena 8 atleti iberici a PyeongChang, ad appena 17 anni, esordì a Vancouver 2010 e ha disputato poi Sochi 2014. “E’ qualcosa che ho sognato tutta la vita”. Aveva scommesso col suo skiman che se fosse andato a medaglia si sarebbero tatuati le rispettive facce barbute: “Devo solo trovare un posto in cui sia poco visibile”.
Emozioni di coppia
La felicità di Aliona Savchenko rimarrà forse la felicità più felicità dell’Olimpiade numero 23. Alla quinta Olimpiade (la prima a Salt Lake City 2002, con tre partner diversi, con due bronzi nelle ultime due edizioni), a 34 anni, l’ucraina naturalizzata tedesca ha vinto l’oro di artistico a coppie insieme a Bruno Massot, anche lui naturalizzato, dalla Francia. E, al verdetto della giuria, non è proprio riuscita a trattenere l’emozione, esplodendo di una gioia contagiosa, da manifesto dello sport. Perché, dopo il quarto posto nel corto, dopo una gara d’altissimo livello, si esibisce in un libero assolutamente sublime e, con 159.31, ritocca di 2 punti il record del mondo che aveva appena stabilito, lasciando a meno di mezzo punto complessivo i cinesi Sui Wenjing-Han Cong, e poi anche i canadesi Duhamel-Radford (che pure hanno offerto il primo quadruplo salchow lanciato olimpico). Mentre deludono ancora i russi che disertano il podio per la seconda volte in tre Olimpiadi, dopo aver dominato dal 1964 al 2006.
Storico sesto posto degli azzurri Valentina Marchei-Ondrej Hotarek che trascinano il pubblico con la loro vitalità, abbattono i propri record italiani di libero e di totale (142.09 e 216.59), e colgono il miglior risultato azzurro di sempre; decimi Nicole Della Monica-Matteo Guarise.
La delusione è russa: nessuna medaglia nella specialità per la seconda volte in tre Olimpiadi dopo aver vinto ininterrottamente l’oro dal 1964 al 2006.
Medaglia delle… PR
Alexa Scimeca Knierim e suo marito Chris stanno facendo di tutti per salire ala ribalta, se non con le prestazioni agonistiche, con quelle nelle PR. Dove sono veramente bravissimi. Dopo i baci in pista il giorno di San Valentino, dopo i tanti servizi sulla prima coppia di sposi in gara a PyengChang, dopo le cadute di lui in pista, si prendono comunque la ribalta, commentando attoniti e contriti davanti ai microfoni il misero 15° posto su 16 coppie, parlando della strage di San Valentino a Parkland, in Florida: “Sono emotivamente svuotata, mi sono messa addosso una pressione in più perché volevo rendere onore chi abbiamo perso oggi. Siamo così privilegiati e fortunati perché facciamo quello che facciamo, e siamo così tristi per le 17 persone che sono morte negli Stati Uniti. Prima della prova ho detto. Chris che avrebbe dovuto essere molto più forte di me. Mi dispiace per come abbiamo gareggiato, ma c’è tanta gente a casa ferita perché ha perso i suoi bambini. Mentre pattinavo non ero concentrata su questa botta storia, ma subito dopo mi sono sentita ancora emotivamente colpita. Sono sopraffatta dai fatti di casa”.
Curling, doppio colpo
Dopo la sconfitta di misura contro il Canada (vincitore degli ultimi tre ori olimpici) e il clamoroso successo sulla Svizzera, la squadra di curling azzurro maschile piazza una ancor più eclatante successo contro gli Stati Uniti. E sogna così un posto tra le prime quattro nel girone di qualificazione, e quindi le semifinali. Bravissimi Joel Thierry Retornaz, Daniele Ferrazza, Simone Gonin ed Amos Mosaner a rimanere concentrati fino all’ultimo dopo i continui alti e bassi della partita contro gli americani, fino ad imporsi all’ultima stone, per 10-9, grazie a Mosaner. Delicatissima la prossima puntata, con la rivincita contro la Danimarca, che ci aveva dato il passaporto per i Giochi, nel lungo cammino di 9 partite fra le 10 squadre in gara.
Giallo bob
Come rovinare una favola? Con le dimissioni dell’allenatrice, la tedesca Sandra Kiriasis, alla vigilia della storica prima partecipazione ai Giochi del bob della Giamaica femminile. L’olimpionica di Torino 2006 si è ritenuta sminuita nel suo ruolo di responsabile tecnico che la Federazione nazionale avrebbe voluto trasformare nel ruolo di analista. Jazmine Fenlator-Victorian e Carrie Russell sperano di diventare i primi giamaicani - 30 anni dopo gli uomini che avevano ispirato il film Cool Runnings - a scrivere la storia nelle prove di martedì e mercoledì (le prove scattano domani). Secondo la Kiriasis, i rapporti con la squadra sono perfetti, Jamaica Bobsleigh nicchia, ma non sembra avere alcuna intenzione di mediare: o il tecnico accetta la retrocessione o rimane fuori.
L’ora Shiffrin
Dopo il primo oro nel gigante, domani è la giornata del fenomeno Mikaela Shiffrin, specialista di slalom che cerca il bis di Sochi 2014 (Bassino, Curtoni, Moelgg e Costazza). Lo sci alpino vive anche il superG maschile, con la Norvegia nazione-guida da quattro Olimpiadi, con Aamodt 2002 e 2006, Svindal 2010, Jansrud 2014, che è candidato al bis consecutivo. L’Italia schiera Paris, Fill e Innerhofer. Al via il singolo maschile del pattinaggio coi i suoi incredibili protagonisti. Entrano nel vivo Crling, Snowboard cross (con Michela Moioli) e Skeleton con Joseph Luke Cecchini 24° dopo la seconda manche.