AGI - "Nella mia vita ho sempre fatto la guerra ai servi e ai leccaculo. E non ho rimpianti". Aldo Agroppi, morto a Piombino all'età di 80 anni, l'anno scorso si confessava cosi' a 'Repubblica', a trent'anni dalla sua ultima panchina da mister. Una riflessione-manifesto che racchiude gran parte di una vita dedicata al calcio, di un carattere a dir poco complicato e di una vis polemica da 'maledetto toscano'.
Nato a Piombino il 14 aprile del '44, Agroppi cresce nel vivaio del club locale ed esordisce non ancora maggiorenne in serie D, prima di essere notato e acquistato dal Torino che lo manda a farsi le ossa al Genoa e alla Ternana, prima di integrarlo nella rosa di prima squadra. Il debutto in Torino-Samp 4-2 e' del 15 ottobre '67, lo stesso giorno in cui Gigi Meroni, il 'George Best' granata, muore investito da un'auto.
Agroppi, centrocampista di grande dinamismo e piedi educati, e' tra i protagonisti della rinascita del Toro con cui conquista due Coppe Italia. Dopo quasi dieci anni in granata, e cinque partite in azzurro, nel 1975-76 passa pero' al Perugia, neopromosso in A, con cui disputa altre due buone stagioni prima di appendere gli scarpini al chiodo, nel '77. Decisamente presto, anche per l'epoca.
In pochi giurerebbero sul suo successo da mister, proprio per via del carattere, e invece Agroppi da mister fa subito bene a Pescara prima di riportare in massima divisione il Pisa di Romeo Anconetani. Lasciata la panchina del Padova per primi problemi di depressione - un male oscuro con cui dovrà tornare a fare i conti - fallisce una seconda promozione in A, con il Perugia, per un solo punto e dopo una stagione con una sola sconfitta. L'anno dopo, alla guida della Fiorentina, arriva quarto ma gli ultras viola lo accusano di insufficiente rispetto per Giancarlo Antognoni, bandiera del club: l'11 marzo '86 arrivano ad aggredirlo all'uscita del Franchi e in suo aiuto deve accorrere l'argentino Passarella.
I quattro mesi di squalifica per omessa denuncia rimediati nel Totonero-bis segnano l'inizio del tramonto: esonero al Como, retrocessione con l'Ascoli e una stagione deludentissima ai ritorno a Firenze: lui viene esonerato a poche giornate dalla fine ma i viola retrocedono.
Chiusa anche la carriera da mister, Agroppi comincia quella da opinionista: presenza fissa in numerose trasmissioni radio e tv, nazionali e locali, si distingue per le osservazioni mai banali e anticonformiste e le critiche al vetriolo contro ex colleghi e addetti ai lavori, che gli procurano non pochi 'nemici'. Nel 2005 veste anche i panni di scrittore, con un libro che non puo' che intitolarsi "A gamba tesa".
Negli ultimi anni, complici molti acciacchi, era progressivamente scomparso dagli schermi. "Guardo la televisione, faccio le parole crociate, vado a fare la spesa - raccontava nella sua ultima intervista - Provo a reagire, ma il mio e' un male che non si puo' guarire. Il mondo del pallone non mi ha aiutato".