AGI - Il 'jeansgate' degli scacchi si è già sgonfiato. La Federazione Internazionale (FIDE) ha parzialmente modificato in corsa le regole relative al dress code per i giocatori iscritti ai campionati mondiali Rapid e Blitz di New York, venendo così incontro alle proteste espresse da Magnus Carlsen, numero uno delle classifiche mondiali, protagonista di questa bizzarra storia. Il campione norvegese aveva infatti rifiutato 'per principio' la rigida richiesta degli arbitri di cambiarsi i jeans, ritenuti dal regolamento ufficiale non idonei per prendere parte alla manifestazione, ottenendo un secco diniego. Lo stop è avvenuto durante la seconda giornata (delle tre previste) del primo dei due appuntamenti ospitati a Wall Street e ha fatto velocemente il giro del mondo scacchistico.
Carlsen, multato prima con 200 dollari e poi 'messo in panchina' per un turno, aveva preso la questione come personale optando per il ritiro dai due importanti tornei di fine anno. Nei suoi messaggi social, tutt'altro che sibillini, aveva attaccato la FIDE confermando di voler lasciare la città americana nonostante fosse il campione uscente (plurimo) di entrambi i mondiali a cadenza veloce. (Rapid: 13 match a 15 minuti + 10 secondi di incremento a mossa; Bltiz: 3 minuti + 2 secondi di incremento a mossa). La mano tesa della FIDE, che sa tanto di sconfitta, ha determinato il passo indietro di Carlsen che ha annunciato che prenderà parte al torneo Blitz, previsto il 30 e il 31 dicembre.
La lettera della FIDE
Ci sono diversi passaggi interessanti nella lettera di Arkady Dvorkovich, Presidente della FIDE, e diffusa via social. Passaggi che raccontano il clima teso con l'entourage di Carlsen e le diverse visioni che si potrebbero avere sul futuro degli scacchi. Da una parte la difesa dell'integrità del gioco, dall'altra la volontà di intraprendere nuovi o poco battuti indirizzi.
"È un peccato che l'implementazione delle regole relative all'abbigliamento abbia lasciato ad alcuni la sensazione di essere sproporzionata e abbia determinato una situazione che tutti avrebbero preferito evitare, comprese alcune parole pronunciate al culmine delle emozioni provate e di cui molto probabilmente ci si sarebbe pentiti in seguito. Il ritiro di Magnus Carlsen, che ha svolto un ruolo eccezionale nell'elevare lo sport degli scacchi a nuove vette negli ultimi anni, è stata una conseguenza estremamente sfortunata di questa incomprensione".
Se da una parte la FIDE sottolinea come l'arbitro, il britannico Alex Hollowczak, abbia applicato correttamente il regolamento c'è un riferimento sull'uso, non proprio controllato, del linguaggio colorito usato per gestire la faccenda. Il riferimento sembra soprattutto alle accuse di Carlsen che ha utilizzato delle frasi nette contro i vertici della federazione dopo il ritiro: il norvegese ha lasciato intendere come non ne potesse quasi più di determinati atteggiamenti e come fosse pronto a chiudere porte e portoni per seguire la strada che preferisce, ovvero quello che porta a nuove varianti degli scacchi e ai tornei che egli stesso promuove tra i giocatori (il Freestyle Chess Grand Slam Tour in primis). Insomma, sembrava il possibile inizio di una vera 'guerra'. I giudizi al miele successivi verso il norvegese sono un segnale evidente di come la FIDE tema una rottura e non voglia arrivare a una separazione (che già in passato ha creato danni all'intero movimento).
Le preoccupazioni sollevate da Magnus Carlsen evidenziano la necessità di ulteriori discussioni su come modernizzare l'approccio attuale, per garantire che le nostre regole e la loro applicazione riflettano la natura in evoluzione degli scacchi come sport globale. Ciò include un dialogo continuo con i giocatori, gli sponsor e la comunità scacchistica in generale, per allineare le aspettative e ridurre al minimo il potenziale di conflitti in futuro. Il rispetto e la fiducia reciproci sono un presupposto fondamentale per rendere efficace questo dialogo.
E proprio per evitare 'scossoni' che la FIDE è pronta a rimettere in discussione le sue regole. Non solo quelle sul dress code. Insomma, sembra che chi ha davvero da perderci in questo contesto non sia di certo Magnus Carlsen.
Dobbiamo impegnarci collettivamente per preservare l'integrità degli scacchi, garantendo al contempo che questo sport rimanga inclusivo e attraente. Sono ansioso di vedere Magnus Carlsen e altri giocatori di alto livello continuare a rendere sempre più bello il gioco sulla scacchiera nei principali eventi internazionali, portando emozioni e ispirazione a milioni di fan in tutto il mondo.
In questo passaggio invece sembra emergere come sia fondamentale per la FIDE che Carlsen, e gli altri giocatori di punta (magari attratti dai bonus/sponsor che gravitano intorno al mondo Freestyle e ai suoi eventi paralleli) non smettano in ogni caso di frequentare il circuito classico e gli eventi internazionali già in calendario.
Per quanto riguarda l'applicazione delle regole durante i Campionati Mondiali Blitz, sulla base delle consultazioni con i nostri partner e delle loro preferenze, ho deciso di sperimentare un approccio che fornisca maggiore flessibilità agli ufficiali FIDE nel giudicare l'adeguatezza dell'abbigliamento. Verrà richiesto l'intervento di assistenti speciali per aiutare in questi giudizi e trarre le conclusioni finali, se dovessero sorgere dei dubbi. Il principio è semplice: è ancora richiesto di seguire il codice di abbigliamento ufficiale, ma sono consentite piccole deviazioni eleganti (che possono, in particolare, includere jeans appropriati abbinati alla giacca).
Insomma è un grande pollice alto verso i jeans ma solo se abbinati a una giacca elegante o, in ogni caso, a un modo di vestire che sia gradevole e adeguato al gioco. Come sottolineato da Carlsen, del resto. Questo sì che appare come una totale apertura, concessa dalla FIDE, a Carlsen. Un cedimento abbastanza netto che fa pendere la bilancia verso la parte del norvegese. Se infatti il compromesso sia stato raggiunto solo avendo convinto il numero uno del mondo a partecipare al mondiale Blitz... beh, sembra più un favore che un fastidio per il 34enne.
Dear participants of the World Blitz Championships in New York,
— International Chess Federation (@FIDE_chess) December 29, 2024
Let me begin by thanking all of you for your commitment to compete fairly and for bringing joy to millions of spectators all over the world.
It is my distinct pleasure to congratulate the winners, Humpy Koneru and… pic.twitter.com/8jHN3OD4aX
La reazione di Carlsen
"Per farla breve: possiamo parlare di come si è arrivati a questo punto, ma giocherò almeno un altro giorno a New York e, se mi andrà bene, anche il giorno successivo", ha detto Carlsen in un'intervista rilasciata all'app 'TakeTakeTake" (la sua nuova creatura imprenditoriale) e condotta da Levy Roznan. Le trattative tra Carlsen e Dvorkovich sarebbero state favorite anche dal lavoro di Viswanathan "Vishy" Anand, ex campione del mondo e oggi vice-presidente della FIDE. Le indiscrezioni arrivano da Leonxto Garcia, giornalista del Pais e punta di diamante dell'informazione internazionale sul mondo degli scacchi. Nel suo articolo, Garcia ha spiegato come Carlsen abbia spiegato ai media norvegesi come la sua 'mise' non fosse affatto offensiva ma sobria e adeguata per sostenere un match di scacchi. In più ha aggiunto come ci fossero giocatori vestiti molto peggio di lui e di come avesse intenzione di cambiarsi per l'ultimo giorno di partite.
BREAKING: @MagnusCarlsen returns to play the World Blitz Championship. pic.twitter.com/v7LDwadRVj
— Take Take Take (@TakeTakeTakeApp) December 29, 2024
Ascoltando l'intervista non si può però non notare il tono rilassato e le frecciatine che Carlsen continua a lanciare sul suo futuro. "Con Dvorkovich e con lo sponsor principale Turlov, ho pensato che avremmo potuto avere delle discussioni fruttuose e alla fine ho deciso di giocare", ha detto. "Inoltre, adoro competere nel formato Blitz. Voglio dare ai fan la possibilità di vedermi giocare. Potrebbe essere l'ultima volta, chissà". Nell'ordine: disponibilità a parlare con i vertici (alle sue condizioni), non smettere di giocare a determinati eventi per amore dei suoi sostenitori; lasciare la porta sempre e solo semiaperta di fronte a eventi del genere (organizzati dalla FIDE). In questa storia, che avrà molti altri capitoli, non è difficile capire chi abbia, per ora, il coltello dalla parte del manico.
Oh, I am definitely playing in jeans tomorrow
— Magnus Carlsen (@MagnusCarlsen) December 29, 2024
La vittoria della 'Russia'
Ma come è finito il mondiale Rapid senza Magnus Carlsen? Un dominio 'russo' (anche senza bandiera, senza inno e senza alcun riconoscimento per Mosca). La vittoria è andata al 18enne Volodar Murzin, talento purissimo che già nell'edizione dello scorso anno a Samarcanda si era distinto per un percorso netto, senza sconfitte, concluso a un punto da Carlsen. Quest'anno un successo chiaro e lampante frutto di scalpi importanti: Caruana, Bortnyk, Nakamura, Duda e Praggnanandhaa. Dietro di lui, sempre gareggiando sotto bandiera FIDE, sono saliti sul podio Alexander Grischuk (classe 1983) e Ian Nepomniachtchi (classe 1990). Tre giocatori provenienti dalla Russia, tre scacchisti con stili differenti e forse tre rappresentanti di tre generazioni diverse. Un vero spettacolo.
E gli italiani? Alla fine Lorenzo Lodici e Luca Moroni si sono ben comportati tenendo alta la bandiera tricolore. Il primo, in particolare, ha portato a casa 7,5 punti su 13 per un 54esimo posto finale ben sopra il suo ranking di partenza. Per il brianzolo, che ha avuto l'onore di giocare contro Hikaru Nakamura, punteggio di 5,5 con un leggero calo nel finale che non ha però rovinato le sue performance complessive. Oggi si apre lo scenario sul torneo Blitz. E ovviamente Carlsen giocherà in jeans. Avevate dubbi?