AGI - Con un video di quattro minuti già pronto per essere il cardine su cui ruoterà un docufilm in stile 'Federer, gli ultimi 12 giorni', Rafa Nadal a 38 anni ha dato l'addio al tennis, facendo sgorgare molte lacrime di commozione. Con quel "È il momento giusto" Rafa chiude definitivamente l'epoca della più bella e appassionante rivalità sportiva che ha fatto compagnia a milioni di appassionati e non nell'ultimo ventennio.
Roger Federer si era congedato dal circus due anni fa nella sua Laver Cup consegnando ai posteri la foto emblema di quella rivalità: quella dei due che cedono alla commozione tenendosi per mano, come due bambini che si trovano sulla soglia di un futuro incerto e hanno bisogno che al loro fianco ci sia un essere umano capace di trasmettere loro la certezza di non essere soli. In comune, Rafa e Roger, hanno avuto anche la scelta ad effetto del momento dell'addio. Un momento che prendesse in contropiede tutti quelli che, in modo per la verità un po' scontato, prevedevano che lo svizzero annunciasse l'abbandono dell'agonismo sull'erba di Wimbledon, dove è stato dominatore ben al di la' degli otto titoli che ha conquistato. E di Rafa, 22 titoli Slam e numero uno del mondo per un totale di 209 settimane, analogamente, si pensava che avrebbe fatto lo stesso sulla terra del Roland Garros dove ha trionfato 14 volte: un record che è complicato anche solo immaginare che in futuro venga superato.
Mil gracias a todos
— Rafa Nadal (@RafaelNadal) October 10, 2024
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Rafa ha optato per un video dalle motivazioni anche commerciali (ma non solo) nel bel mezzo di un ottobre che sta elevando la nuova rivalità planetaria (Sinner-Alcaraz) a livelli siderali, quasi in sordina, facendosi da parte in maniera esplicita dopo che la stagione aveva già' emesso la sua sentenza: il fisico di Rafa aveva detto basta, cosi' come quello di Roger due anni prima.
Una scelta perfettamente in linea con ciò che Rafa è sempre stato: un campione capace di scatenare entusiasmi come pochi altri, di vincere spesso andando al di là di quelle che si riteneva fossero le possibilità umane, di spiegare al mondo che non c’è mai uno scambio già finito ma che esiste sempre la possibilità di un altro colpo. Ci si sente orfani in una giornata così.
Si può tornare con la mente a quelle che sono state le sue giornate più gloriose: la finale degli Internazionali d'Italia del 2006 vinta al quinto su Roger quando ormai calavano le ombre della sera e dopo aver costretto l'avversario a fallire due palle match; il trionfo di Wimbledon 2009 (su chi non c’è bisogno di ricordarlo) in uno scontro concluso alle nove della sera londinese con un livello di gioco che non è pensabile possa essere anche solo eguagliato.
Il successo di Melbourne del 2022 quando erano già in molti a pensare che i titoli Slam fossero al di la' della sua portata. "Tutto ha un inizio e una fine", ha detto Rafa nel suo saluto. Ed è proprio in questa serena coscienza del limite (lui che i limiti li ha spesso superati) e su questa sua normalità umana, di linguaggio e di comportamenti, che ha costruito la sua grandezza. Chiuderà la sua avventura agonistica vestendo la maglia della Spagna nelle finali di Davis a Malaga. I due che hanno preso sulle spalle la responsabilità di essere gli eredi della grande rivalità, Carlos e Jannik, dovranno sudare parecchio per essere autori di una storia cosi' affascinante come quella dei loro predecessori. Ammesso che ci riescano. Ma a loro vantaggio va la lezione di Rafa: c’è sempre un altro colpo da giocare.
Federer, "che carriera Rafa! E' stato un onore"
"Che carriera, Rafa! Ho sempre sperato che questo giorno non arrivasse mai. Grazie per i ricordi indimenticabili e per tutti gli incredibili traguardi nel gioco che amiamo. È stato un onore assoluto!". Così Roger Federer ha risposto su Instagram al video pubblicato da Rafa Nadal, nel quale annuncia il suo ritiro dal tennis. Tra i vari commenti, quello di Matteo Berrettini che scrive "Leyenda!" ("Leggenda"), il profilo ufficiale di Wimbledon "Grazie per tutto Rafa" e quello del Roland Garros che commenta "King". E ancora l'Atp Tour: "Non ci sono parole per descrivere come ci sentiamo, il giorno che desideravamo non arrivasse mai. Ci hai regalato i momenti e i ricordi più incredibili, grazie di tutto!".
Bertolucci, "provo profonda tristezza ma ora andrà a pescare"
"Il tennis perde uno dei più grandi campioni dello sport a livello mondiale. Profonda tristezza. Sapevamo che il giorno dell'addio sarebbe stato molto molto vicino, ma quando arrivano queste notizie in una giornata illuminata dalla prestazione di Sinner... mai un gioia". Lo dice in diretta su Sky Sport l'ex campione azzurro Paolo Bertolucci. "Speriamo che non rovini all'Italia quella settimana - aggiunge riferendosi proprio alle finali di Coppa Davis di novembre, ultima apparizione di Nadal nel circuito professionale - ma c'è tempo per prepararsi". L'Italia di Sinner e Musetti potrebbe incontrare la Spagna di Nadal e Alcaraz proprio nella sfida finale. "Nadal ha rappresentato l'evoluzione di Borg: la base è quella ma lui ci ha messo tanto. Dicevano che sul veloce o a Wimbledon non avrebbe avuto chance, invece ha vinto tutto. Sempre un comportamento perfetto in campo e fuori dal campo, sempre disponibile con i giornalisti - aggiunge Bertolucci - ricordo che quando ha subito la sconfitta più cocente della sua carriera, fuori al primo turno a Wimbledon, si è fermato per tanti minuti a salutare il pubblico e firmare autografi. Un esempio". "Qualche anno fa a Montecarlo gli chiesi come si vedeva dopo il ritiro dal tennis. Mi rispose: a pescare. Secondo me lo vedremo poco nel mondo del tennis".