AGI - Julio Velasco, emozionatissimo dopo il trionfo olimpico delle sue azzurre che ha abbracciato una a una, ha voluto rendere omaggio a una squadra che a Parigi è stata praticamente perfetta. "Ancora ci dobbiamo rendere conto di quel che abbiamo fatto, abbiamo perso un solo set, un record in un'Olimpiade", ha detto il 72enne tecnico argentino, "abbiamo sempre avuto grande 'fuoco' e lucidità, la finale è stata la migliore partita".
Per il 're della pallavolo' è la definitiva incoronazione con l'unico titolo che gli mancava, l'oro ai Giochi. Per questo motivo, non ha escluso la possibilità di smettere: "Los Angeles? Per pensare alle prossime Olimpiadi è troppo presto. Abbiamo appena vinto, e poi non sono un ragazzo. Forse è il momento di smettere, dopo che ho vinto, chissà. Di sicuro nessuno mi troverà la prossima settimana".
Parlando di questo ennesimo successo, il ct azzurro ha poi detto: "Sento orgoglio per questa squadra, per lo staff, anche il Coni ci ha messo nelle condizioni ideali, è una vittoria di tutto il movimento, anche dei piccoli club. La pallavolo femminile è per le ragazze quel che il calcio è per i ragazzi. Spero che l'oro dia una spinta, non ci sono abbastanza palestre per tutte le ragazze che vogliono giocare a pallavolo".
Per uno dei tecnici più vincenti nella storia del volley, già ct dell'Italia sia maschile che femminile negli anni '80 e '90, si è chiuso un cerchio rispetto alla delusione di Atlanta 1996, quando con i vari Giani, Zorzi, Tofoli, Papi e Lucchetta vinse due Mondiali, tre Europei, cinque World League ma si arrese all'Olanda al quinto set nella finale olimpica. "Se ora mi sento in pace dopo Atlanta '96?", ha commentato Velasco, "no, perché io non ho mai sentito di non avere pace. Non mi sento come Baggio, che ha detto di non avere pace dopo quel rigore sbagliato (nella finale dei mondiali del 1994 contro il Brasile a Pasadena, ndr). Quella squadra fu straordinaria, poi ha perso una partita per due palloni. Io ho sempre accettato questa cosa. A volte si vince per due palloni, a volte si perde. Oggi abbiamo stravinto, ma io non ho mai avuto l'ossessione che mi mancasse l'oro alle Olimpiadi. Non sono venuto alla Nazionale femminile per vincere questa medaglia anche perché era impensabile all'inizio", ha concluso.
Velasco nel 2019 aveva annunciato la fine della sua carriera da allenatore e andò a fare il direttore tecnico del settore giovanile nella federazione italiana di pallavolo. Poi però ad aprile del 2023 a sorpresa era tornato ad allenare, sulla panchina della Uyba Busto Arsizio femminile (squadra di Serie A1), e a novembre ha accettato di tornare a coprire il ruolo di ct dell'Italia al posto di Davide Mazzanti, entrato in contrasto con Paola Egonu.
Egonu: "Velasco ci ha unite, è quello che mancava"
"Ci siamo concentrate punto dopo punto, sono ancora incredula ma posso dire di essere fierissima e contentissima. E che questa è la giornata più bella della mia vita": è il commento di Paola Egonu dopo la finale olimpica vinta contro gli Usa che ha regalato il primo oro olimpico al volley italiano. Poi una frecciata sul ruolo di Julio Velasco dopo le incomprensioni con il precedente ct, Davide Mazzanti: "È stato bravo a unirci tutte e a costruire quella squadra che mancava da un po'".
La 25enne opposto di Monza a fine partita ha abbracciato Ekaterina Antropova, un modo per mettere a tacere le tante voci sulla loro rivalità: "Noi siamo una squadra, e con l'oro chiudiamo un anno fantastico", ha spiegato la Egonu.