AGI - "Davanti alla disfatta con la Svizzera ho pensato di essere in una puntata di 'Scherzi a parte'": così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che in un'intervista al Corriere della Sera ha puntato il dito contro tutti, compresi il ct Spalletti e il presidente della Figc Gravina, per il disastroso Europeo degli azzurri. "Mi è capitato di assistere a sconfitte, ovvio", ha osservato, "in sport individuali può succedere che il tennista o il nuotatore di turno proprio nel giorno della gara, a causa di un problema fisico o mentale, abbia una pessima prestazione. Ma in uno sport di squadra, con la possibilità di effettuare cinque sostituzioni su undici, la scena mi è sembrata inverosimile".
"I giocatori in campo hanno trasmesso la sensazione di frustrazione e umiliazione", ha detto Malagò, "sembrava che neanche se ne accorgessero, perchè in genere se sei in difficoltà magari ti fai prendere dalla foga agonistica, invece erano proprio amorfi. Non hanno mai dato l'impressione di metterci anima e cuore. Responsabilità di Spalletti? Certo, del resto è stato onesto nell'ammettere di aver sbagliato e che il mestiere del selezionatore è diverso da quello dell'allenatore. Che peccato: dopo il gol di Zaccagni alla Croazia al 98mo e quell'autostrada nella parte buona del tabellone pareva che fossimo nella migliore situazione possibile".
A proposito della posizione del ct, Malagò ha ricordato che "chi ora invoca le dimissioni dimentica che lo scorso anno riteneva Spalletti il miglior tecnico a disposizione: consideriamo pure che dopo la parentesi di Napoli avrebbe avuto occasioni dal punto di vista economico più allettanti". "Ma se ora Luciano dice di essere pronto a rimettersi in gioco per dimostrare di poter ottenere risultati migliori, chi dovrebbe prendere la decisione di sostituirlo? Forse i vertici federali che sono i primi a essere messi in discussione?", si è chiesto Malagò.
Il numero uno del Coni ha riferito di aver parlato con il presidente della Figc, Gabriele Gravina: "Mi sono permesso di dirgli che non avrebbe potuto dilatare nel tempo questa situazione: l'aria si è fatta irrespirabile. Prima di questa tragedia nazionale, le elezioni federali si sarebbero dovute tenere fra febbraio e marzo del prossimo anno. Le ha convocate invece a novembre, alla prima data utile. Chi chiede le dimissioni deve sapere che, quando un presidente lascia, decade il Consiglio che, in attesa di nuove elezioni entro novanta giorni, esercita le funzioni di ordinaria amministrazione. Chi arriverà si prenderà le sue responsabilità e deciderà se accordare fiducia a Spalletti oppure fare altre valutazioni".
"Penso che di fronte alla sconfitta il primo fattore che deve emergere sia l'autocritica e da qui ripartire. E' troppo facile guardare le responsabilità degli altri. Ancora una volta lo sport insegna ad assumersi le responsabilità direttamente e non a trasferirle": sono parole del ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, intervenuto nel corso di "Non Stop News" su Rtl per commentare l'eliminazione dell'Italia.
"Ero a Berlino e quindi ho vissuto in presa diretta l'amarezza di una disfatta, di una resa incondizionata che non è stata solo sportiva ma anche morale - ha spiegato Abodi -. Non c'è stata reazione, non c'è stato un lampo, uno sguardo di quelli che nello sport si vedono soprattutto nei momenti difficili, bisogna tirar fuori la forza morale che la maglia azzurra deve ispirare e che chi la indossa deve poter rappresentare. La partita ormai è chiusa, siamo tornati a casa, ma la cosa che mi ha sorpreso è la ricerca di responsabilità altrui", ha concluso.