AGI - Roby Baggio non è solo uno dei più forti calciatori italiani di sempre: a 57 anni compiuti a febbraio, il 'Divin codino' continua a rappresentare un'icona che ha saputo unire generazioni di tifosi italiani a prescindere dalle maglie e dalle bandiere, un prodotto da esportazione di straordinaria classe del nostro calcio. Il fantasista di Caldogno non si è mai identificato con un solo club e forse anche per questo è stato amatissimo quando ha giocato in nazionale.
Sesto di otto figli, Roberto fu chiamato così dal padre Florindo in onore del bomber Boninsegna manifestando un talento calcistico precocissimo: dalla squadra locale del Caldogno approdò al Vicenza in C1 per 500.000 lire e nelle giovani biancorosse realizzò 110 gol in 120 presenze. Inevitabile il lancio in prima squadra nel giugno 1983, con debutto a soli 16 anni. La prima 'sliding door' della sua carriera arriva nel 1985: dopo aver trascinato il Vicenza alla promozione in B con 12 reti in 29 partite, viene acquistato dalla Fiorentina per 2,7 miliardi di lire ma due giorni prima della firma si infortuna: legamento crociato anteriore e menisco.
La Viola lo prende lo stesso e lo fa debuttare un anno dopo, il 21 settembre 1986, ma una settimana dopo si rompe nuovamente il ginocchio. Così il ragazzo rientra solo a fine campionato. Da quel momento finisce il calvario e Roberto inanella tre stagioni d'oro segnando 39 reti in 94 partite. Nel 1990 approda alla grande rivale, la Juventus, scatenando una rivolta a Firenze. Con il tecnico bianconero Gigi Maifredi Roby realizza 14 reti in campionato e 9 in Coppa delle Coppe. Nel 1991 arriva Giovanni Trapattoni e con lui il numero 10 vince una Coppa Uefa, uno scudetto e una Coppa Italia, oltre a conquistare anche un Pallone d'Oro.
Poi inizia un declino: sulla panchina bianconera arriva Marcello Lippi e tornano gli infortuni, di qui il gelo con il club e il passaggio al Milan di Silvio Berlusconi nel 1995 per 18 miliardi di lire e lui, sia pure con impiego part time da parte di Fabio Capello, contribuisce alla conquista dello scudetto (quinto giocatore nella storia a vincere due campionati italiani consecutivi con due squadre diverse). Nel febbraio 1997 c'è lo strappo con Arrigo Sacchi, nuovo tecnico rossonero, e in estate il trasferimento al Bologna: 23 gol in 33 partite con Ulivieri, poi il passaggio all'Inter di Gigi Simoni (doppietta al Real Madrid in Champions League il momento più alto).
Nel 2000, dopo due stagioni in nerazzurro, va al Brescia che tiene sempre su posizioni medio-alte di classifica con i suoi gol e assist, fino al ritiro nel 2004. Un capitolo a parte merita la carriera in azzurro, iniziata a soli 21 anni e che ha avuto il momento più alto al mondiale 1994 negli Stati Uniti: nonostante la sfortunata finale con il Brasile con il calcio di rigore calciato sopra la traversa, il Codino incanta ed è Mvp come miglior giocatore del torneo. Con la casacca dell'Italia ha continuato a giocare fino al 2004, totalizzando 56 gol in 76 presenze.