AGI - L'Italia esce a bocca asciutta dal Roland Garros, ma non si può non fare festa. Un successo tanto clamoroso quanto inatteso quello dei nostri tennisti, uomini e donne, capaci di raggiungere la semifinale in tutte e quattro le specialità - singolare e doppio maschile e femminile - e la finale addirittura in tre (unica eccezione, quella più attesa ma la meno difficile da immaginare possa riproporsi in futuro, con Jannik Sinner). Nessun trofeo portato a casa, ma questo conta solo per le statistiche e, ovviamente, per il prestigio. Ma la sostanza è evidente: l'Italia del tennis è diventata una corazzata come mai prima d'ora.
Lunedì avremo per la prima volta un n.1 del mondo italiano, Jannik Sinner; una tennista al n.7 in classifica (Jasmine Paolini), come Roberta Vinci nel 2016. Poi ci sono i doppi: Vavassori-Bolelli di nuovo ko in finale di uno slam dopo gli Open d'Australia si confermano tra i primi de mondo.
Idem Paolini-Errani, vincitrici degli Internazionali d'Italia di tennis e sconfitte solo in finale al Roland Garros. Poi ci sono gli altri, quelli che fanno parte del team azzurro. Gli uomini sono tantissimi, da Lorenzo Musetti a Matteo Arnaldi, Luciano Darderi a Flavio Cobolli, da Lorenzo Sonego a Luca Nardi a Matteo Berrettini (che speriamo torni presto ai suoi livelli). Da non dimenticare poi l'anziano Fabio Fognini, poi Stefano Napolitano, Matteo Gigante, Francesco Passaro e Giulio Zeppieri.
Tra le donne, dietro a Jasmine Paolini non c'è una squadra di altissimo livello anche se cresce la stella della 22enne Elisabetta Cocciaretto. Poi ci sono, piuttosto indietro in classifica, Lucia Bronzetti, Sara Errani, Martina Trevisan e Lucrezia Stefanini. In doppio, però, Paolini-Errani è una delle coppie più forti e, in ottica olimpiadi c'è da essere molto ottimisti.
Così come bisogna esserlo per la Federation Cup. In campo maschile, ovviamente, il discorso si fa ben diverso: l'Italia è favorita sia alle Olimpiadi (Sinner, Musetti, Vavassori-Bolelli, Sinner-Sonego, ecc.). Inoltre, visto la giovane età dei nuovi campioni, per quanto riguarda la Coppa Davis (tornata i Italia dopo 48 anni) si puo' ipotizzare un livello di competitività altissimo per lunghi anni.