"Quando mio padre mi metteva in porta e mi chiamava Bacigalupo". Facchetti junior racconta il Grande Torino
"Quando mio padre mi metteva in porta e mi chiamava Bacigalupo". Facchetti junior racconta il Grande Torino

"Quando mio padre mi metteva in porta e mi chiamava Bacigalupo". Facchetti junior racconta il Grande Torino

Sara Federico
La lapide che ricorda i Caduti di Superga
Gian Franco Coppola /AGI - La lapide che ricorda i Caduti di Superga
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La Maglia Rosa con la scritta che celebra il Grande Torino scomparso a Superga il 4 maggio del 1949
La Maglia Rosa con la scritta che celebra il Grande Torino scomparso a Superga il 4 maggio del 1949
Gianfelice Facchetti
Gianfelice Facchetti
Si tratta di una ricostruzione storica, appassionata e coinvolgente, in 5 puntate, un atto d’amore verso il calcio, lo sport e i suoi valori, attraverso un viaggio nel passato del nostro Paese, tra interviste, approfondimenti, campioni del passato e del futuro, e tante sorprese: “Abbiamo scelto testimonianze preziose - spiega il figlio del grande Giacinto Facchetti (colonna dell'Inter per 18 anni e poi dirigente del club nerazzurro, ndr) - a cominciare da quella del difensore Alessandro Buongiorno, cresciuto con la maglia del Toro, che portava con sè il rito familiare di celebrare il ricordo del 4 maggio a Superga ogni anno".
"Siamo poi riusciti a coinvolgere Umberto Motto (oggi 93enne, ndr), che fu il capitano dei ragazzi che completarono il campionato 1948-49 nelle quattro partite mancanti, subito dopo il disastro di Superga. Ci sarà Sandro Mazzola, la piccola “mascotte” dei granata con suo padre Valentino che era la figura più carismatica di quel gruppo di giocatori. Ci saranno giornalisti di grande caratura come Aldo Grasso o Giampaolo Ormezzano, con le sue parole di una poesia assoluta: mi disse 'il Torino è mio padre' quando gli chiesi di rivelarmi che cosa significasse per lui quella squadra. E poi altre voci di chi avuto “padri” in campo come Franco Ossola, figlio dell'omonimo del numero 11 di quella formazione leggendaria. Ma in questo racconto - rivela Facchetti - c'è spazio anche per i tifosi comuni, che rappresentano la voce del popolo, spesso accantonata nel calcio di oggi, ma custode di leggende e aneddoti che rischieremmo di perdere per strada".
Lo Stadio Filadelfia ristrutturato
Gian Franco Coppola /AGI - Lo Stadio Filadelfia ristrutturato
Lo Stadio Filadelfia: la Casa del Toro simbolo della ripartenza
Come si è riusciti a ripartire dopo quella tragedia, per crederci ancora, e avere la forza per tornare a sognare? Secondo Facchetti, “il ruolo cruciale lo ha svolto lo stadio Filadelfia, poi abbattuto, che è stato il luogo da cui ripartire e ricominciare. Era uno stadio di proprietà, costruito per volontà del Conte Marone Cinzano nel 1926: quel luogo era diventato la casa del Toro, che lì ha costruito i suoi più grandi successi e ha stabilito dei primati che resistono ancora oggi, come l'imbattibilità interna per 100 partite consecutive o il 10-0 inflitto all'Alessandria, numeri “da capogiro”, non ce n’era per nessuno. Il marchio di fabbrica era “il leggendario quarto d'ora granata”, con la “tromba” (di Oreste Bolmida, di mestiere capostazione, ndr) che “caricava” tutti: Mazzola così, si rimboccava le maniche e il Toro iniziava a “suonarle a tutti”.
La tromba di Oreste Bolmida custodita presso il Museo della Leggenda Granata
Gian Franco Coppola /AGI - La tromba di Oreste Bolmida custodita presso il Museo della Leggenda Granata
"Il Filadelfia - sottolinea l'attore - è stato il punto di partenza di un popolo molto unito, molto attaccato alla propria storia che ha cercato più volte di rialzare la testa nonostante, anche dopo Superga, sia stato ancora tragicamente messo alla prova con la morte di Gigi Meroni e di capitano Ferrini, il calciatore con più presenze. Un club, insomma, con continue ripartenze e ricadute, una storia di grande coraggio e umanità".
Una targa dedicata al Grande Torino - Stadio Flaminio di Roma
Gian Franco Coppola /AGI - Una targa dedicata al Grande Torino - Stadio Flaminio di Roma
“I giocatori del Grande Torino, i miti di mio padre”
"Quando mio padre mi metteva in porta e mi chiamava Bacigalupo". Facchetti junior racconta il Grande Torino
"Quando mio padre mi metteva in porta e mi chiamava Bacigalupo". Facchetti junior racconta il Grande Torino
MARCO BERTORELLO / AFP
La sagoma cartonata di Valentino Mazzola donata al Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata da Facchetti junior
Gian Franco Coppola /AGI - La sagoma cartonata di Valentino Mazzola donata al Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata da Facchetti junior
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