AGI - Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ha rivendicato l'autonomia del calcio e dello sport per respingere il pressing politico sulla Federcalcio. "Bisogna delimitare i confini dei soggetti che hanno commentato in queste ore in maniera non approfondita alcuni temi, bisogna approfondire meglio alcuni argomenti perchè così si rischia di fare del male al nostro sistema", ha affermato il numero uno della Federcalcio all'indomani della richiesta di dimissioni avanzata dalla Lega di Matteo Salvini per il caso scommesse.
"C'è stata una risposta decisa da parte di tutto il movimento sportivo", ha osservato Gravina alla presentazione della 40ma edizione del premio Beppe Viola a Roma, "che rivendica, come devo fare io, il rispetto dell'autonomia che implica anche quello della democrazia.
Questi due concetti hanno un sentimento di fondo: la libertà che non può essere calpestata da nessuno". Gravina ha elogiato la risposta della Federazione allo scandalo dei calciatori che scommettono: "Ho il dovere di difendere tanti giovani italiani che stanno diventando carne da macello - ha osservato - se il mondo del calcio nel 2020 non avesse inserito nei propri principi statutari delle sanzioni per colpire chi scommette, ci saremmo dovuti adeguare alle leggi dello Stato che non prevedono alcuna sanzione per chi scommette su piattaforme legali e un'ammenda per coloro che lo fanno su piattaforme illegali. Riteniamo invece di aver adottato delle norme di tutela".
Alla luce proprio del caso scommesse, la Lega aveva chiesto che la guida della Federcalcio sia "rivoluzionata" con "le dimissioni del presidente". Anche Fratelli d'Italia, alla luce della "inefficienza" del sistema calcio, ha chiesto di "verificare se vi siano le condizioni di un commissariamento della Figc da parte del Coni".
Più cauta, nella maggioranza, Forza Italia, per la quale "sono gli associati della Federazione che devono fare le valutazioni del caso". "L'autonomia è un presupposto al quale teniamo tutti e che cercheremo di preservare, non è un privilegio", ha assicurato da parte sua il ministro per lo Sport e per i giovani, Andrea Abodi, "è un fattore di salute dello sport, con il presupposto che la politica indubbiamente si preoccupi dello sport, perchè anche noi abbiamo risposte da dare".
Il ministro ha spiegato di non vedere "responsabilità personali gravi" degli attuali vertici della Figc e ha ricordato che peraltro scadranno nel 2024: "C'è un ciclo quadriennale che si esaurisce il prossimo anno ed è quello il luogo dove tendenzialmente si confronteranno le posizioni sportive e dove la politica sportiva farà la sua parte".