AGI - Senza dover scomodare i record collezionati dal Grande Torino negli anni Quaranta (altra epoca e altro calcio), i numeri di quest'anno parlano chiaro: il Torino di Juric, nelle partite in trasferta, ha registrato un passo da capolista. Peccato per i troppi punti gettati al vento nei match casalinghi dove ha vinto solo cinque volte. Con il successo al Bentegodi sul Verona per 1-0, infatti, i granata hanno già collezionato in questo torneo l'ottavo successo esterno. Sanabria e compagni hanno fatto bottino pieno contro il Monza (1-2), la Cremonese (1-2), l'Udinese (1-2), la Fiorentina (0-1), il Lecce (0-2), la Lazio (0-1), la Sampdoria (0-2). Per ritrovare una marcia così trionfale, bisogna addirittura tornare indietro alla stagione 1976-77, quella che vide il Torino, con lo scudetto al petto, arrivare secondo in classifica a un punto dalla Juventus. Era il Toro di Pulici e Graziani, di Castellini e Claudio Sala, allenato da Gigi Radice: quella squadra passò a Bologna (0-3), a Firenze (0-1), sconfisse la Juventus in casa (0-2), e poi proseguì la serie vincente a Catanzaro (0-4), a Genova contro la Sampdoria (2-3), a Milano contro l'Inter (0-1), a Cesena (0-3) e a Foggia (0-1). Una cavalcata che non fu sufficiente per conquistare il secondo tricolore consecutivo: quel Torino arrivò a 50 punti (sui 60 in palio, la serie A allora era a 16 squadre), la Juventus fece meglio, 51. Il Torino di Juric, ancora in lotta per l'ottavo posto in classifica a tre giornate dalla fine del campionato, potrebbe però migliorare la sua striscia positiva fuori casa: dopo aver ricevuto la Fiorentina, andrà a giocarsela al Picco contro lo Spezia, per poi chiudere di nuovo davanti al suo pubblico contro l'Inter. Vincendo su un campo tradizionalmente ostico come quello dei liguri, che sono a rischio retrocessione, i granata porterebbero a 9 il numero dei successi esterni e, almeno su quel fronte, potrebbero superare quel formidabile Toro scudettato.