AGI - Nel Celtic sempre più dominatore del calcio scozzese, all'11mo campionato vinto in 12 anni, spicca la figura di un allenatore arrivato dall'altra parte del mondo: è Ange Postecoglou, il 'Bielsa greco' come viene ribattezzato l'ex ct dell'Australia, che in due stagioni a Glasgow ha vinto due volte la Premierhsip e potrebbe fare cinque trofei domestici su sei conquistando la Coppa di Scozia nella finale con l'Inverness del 3 giugno.
Trionfi non scontati, considerando che nel 2021 Postecoglu era subentrato allo scozzese John Lennon dopo una stagione disastrosa in cui i biancoverdi erano usciti anzitempo dalle Coppe e in campionato avevano chiuso a 25 punti dai Rangers, capaci di interrompere il dominio dei cugini che durava da nove anni (come accaduto in quella stagione alla Juve con lo scudetto dell'Inter).
Non era neanche la prima scelta del club che si era rivolto inizialmente a Eddie Howe, il tecnico inglese che poi ha optato per i petroldollari del Newcastle, e il suo primo contratto era annuale. Ora su di lui hanno messo gli occhi molti club della Premier League inglese (si è parlato del Tottenham) e non è escluso che in futuro si accasi a sud del Vallo di Adriano, anche se prima cercherà un riscatto con il Celtic in Champions dopo l'ultimo posto nei gironi in questa stagione.
Postecoglu, che compirà 58 anni ad agosto, è nato a Nea Filadelfia, alle porte di Atene, ma il suo viaggio professionale assomiglia a un'odissea: la fuga con la famiglia dalla dittatura dei colonelli all'età di cinque anni, la carriera da calciatore in Australia (interrotta da un infortunio a 27 anni), le prime esperienze da allenatore fino a diventare ct dei Socceroos, le tre stagioni in Giappone agli Yokohama Marinos e infine la chiamata al Celtic Park.
Il tecnico greco era stato un buon difensore del South Melbourne e del Western Suburbs con quattro presenze nella nazionale australiana (fu allenato anche dal grande Ferenc Puksas), ma è in panchina che si è fatto conoscere. Da allenatore del South Melbourne, il club della comunità greca della metropoli, vinse due campionati consecutivi nel 1998 e nel 1999 e la Oceania Club Championship (equivalente alla Champions League).
Dopo sette anni alla guida delle nazionali australiane under 17 e under 20 in Australia, vinse altri due campionati, nel 2011 e nel 2012 con il Brisbane Roar, imponendosi con un gioco offensivo e spettacolare che valse alla squadra il soprannome di 'Roarcelona'.
Arrivò quindi la chiamata della nazionale maggiore australiana di cui fu ct nel mondiale del 2014, dove mise in mostra un bel gioco a dispetto dell'eliminazione ai gironi, e soprattutto conquistò la Coppa d’Asia nel 2015, battendo in finale 2-1 la Corea del Sud.
Dopo aver qualificato i Socceroos per i mondiali in Russia del 2018, arrivò la chiamata degli Yokohama Marinos in Giappone, guidati a vincere la J-League nel 2019. E dopo tre stagioni è arrivata la chiamata dalla Scozia.
"Come Marcelo Bielsa riesce a motivare le squadre e a imprimergli ritmi alti e una mentalità offensiva", ha spiegato Richard Bayliss, giornalista sportivo australiano. Lui è rimasto sempre modesto e non ha dimenticato da dove partì il suo lungo viaggio insieme alla sorella maggiore Liz, alla mamma e al papà: "I miei genitori affrontarono un viaggio in nave di 30 giorni verso un Paese di cui non parlavano la lingua e in cui non conoscevano nessuno e non lo fecero per darsi una vita migliore ma per dare a me l'opportunità di averla".
E la dedica dopo l'ultimo trionfo è stata per loro: "Al Celtic non mi sembra di lavorare, ma sento di vivere ogni giorno un sogno che si fonda sui sacrifici degli altri, in particolare dei miei genitori".