AGI – Ian Nepomniachtchi e Ding Liren. Un russo che gioca sotto la bandiera della Fide (federazione internazionale) e un cinese che spera di portare a Pechino, per la prima volta, il titolo di campione mondiale di scacchi. Uno esuberante, tra smorfie e gesti, l’altro timidissimo, tra parole a mezza voce e piccoli sorrisi. Due caratteri opposti, due modi diversi di stare davanti alla scacchiera, due stili di gioco contrastanti che, potenzialmente, potrebbero dare vita a un match non banale e molto equilibrato.
La sfida per il trono mondiale per gli scacchi inizia domenica, poco prima del pranzo di Pasqua, ad Astana, in Kazakhstan. Il successore di Magnus Carlsen, che ha rinunciato al trono la scorsa estate e il cui spettro aleggerà durante tutta la manifestazione, verrà eletto a fine aprile e sarà, in ogni caso, un momento davvero storico.
La formula
Il match tra Ian Nepomniachtchi e Ding Liren viene giocato sulla distanza di 14 partite a tempo “lungo” (3 ore e 15 minuti a disposizione di ogni giocatore, + 30 secondi per mossa), e vince chi per primo totalizza 7,5 punti. È previsto normalmente un giorno di riposo ogni due di gioco, e l’ultima partita si disputerà quindi il 29 aprile.
Nel caso i due contendenti finiscano in parità, il 30 aprile il nuovo Campione del mondo verrà deciso con spareggi Rapid (25 minuti + 10 secondi per mossa) e in caso di ulteriore parità, con partite Blitz (3 minuti + 2 secondi per mossa). Si inizia la domenica di Pasqua. Il countdown alla rovescia è già iniziato.
Stili a confronto
Non capita a tutti di avere una seconda chance. È rarissimo avere una seconda chance di diventare campione del mondo di scacchi. ‘Nepo’ si ripresenta ai nastri di partenza forte della lezione presa da Carlsen all’ultima edizione del torneo. Ritorna con un bagaglio di esperienze, tattiche ed emotive, che lo fa partire con un piccolo vantaggio rispetto allo sfidante. Il russo, 32 anni, punta molto su un mediogioco fatto di aggressività, attacchi e anche qualche rischio. È un giocatore esplosivo, a tratti spettacolare, ama le complicazioni tattiche e se ci sarà una possibilità di attaccare non si tirerà di certo indietro.
Ding Liren è un giocatore più completo. Uno di quelli che potrebbero ripeterti un manuale di scacchi dalla A alla Z senza tentennare mai. Il suo repertorio è vasto, la sua difesa solida e i suoi finali di una precisione sopraffina. Tra il 2017 e il 2018 rimase imbattutto per oltre 100 match tra vittorie e patte. Il cinese, 30 anni, non è però troppo abituato ad avere su di sé i riflettori del palcoscenico. Sulle sue spalle c’è la pressione di un intero Paese che, da diversi anni, domina negli scacchi femminili ma deve ancora assaporare il successo nella categoria ‘assoluti’.
I precedenti
Il primo scontro tra i due risale al 2009. Russia e Cina giocarono un match amichevole a Sochi. I due, giovanissimi, 19 e 16 anni, vennero presentati come i talenti più puri del loro Paese ma non ci fu storia: Nepo vinse tutte le partite. Ding dovette aspettare 10 anni, e la 13esima sfida, per avere la meglio sul rivale. Oggi, però, questo divario non si nota e l’equilibrio regna sovrano. Del resto, non è un caso se occupano la seconda e la terza posizione nella classifica mondiale per punteggio Elo.
I due sono arrivati anche primo e secondo all’ultimo torneo dei candidati, motivo per cui si affrontano dopo la rinuncia di Carlsen. Se Ding sembra essere “il ripescato”, in realtà è un traguardo meritatissimo. Già nell’edizione che promosse Caruana, lo scacchista asiatico arrivò quarto, unioco imbattuto. Insomma, il giusto riconoscimento per una carriera sempre ad altissimo livello.