AGI - “È stato il mio compagno di stanza, di allenamento, il mio mentore e, se vogliamo utilizzare una parola oggi, il mio influencer. Mi dava l’ispirazione e la voglia di provare a fare le sue stesse cose”. Così in un’intervista con l’AGI, Stefano Tilli, per quasi vent’anni velocista azzurro, oggi commentatore tecnico televisivo, ricordando il suo illustre compagno di stanza Pietro Mennea a dieci anni dalla scomparsa avvenuta il 21 marzo del 2013. Tilli è il primatista italiano dei 200 metri indoor: il 20”52 corso nel 1985 era stato per due anni anche record del mondo.
“Mi ricordo un aneddoto legato alla sua vittoria olimpica a Mosca del 1980 – racconta Tilli –. Ero in vacanza a Ischia e quel giorno della finale ho lasciato prima la spiaggia dei Maronti, sono salito sulla mia Vespa per andare a vedere: vederlo vincere con quella rimonta perentoria è stato emozionante”.
Parlando degli anni in Nazionale, Tilli dice, “l’ho incontrato subito dopo quell’Olimpiade e abbiamo vinto assieme nel 1983 l’argento ai Mondiali di Helsinki (c’erano anche Carlo Simionato e Pierfrancesco Pavoni, ndr)”. Il campione europeo dei 60 indoor a Budapest nel 1983 entra nello specifico sul Mennea di quegli anni. “È stato il mio compagno di stanza, ci allenavamo assieme all’Acqua Acetosa, mi sono goduto il Mennea più bello, quello meno scontroso – aggiunge Tilli –. Per me era un fratello maggiore, mi ha insegnato tante cose, a essere volitivo, a contare sui miei mezzi”.