AGI - “La squadra italiana maschile è giovane e può crescere, il Campionato europeo che verrà giocato in Italia non dovrà essere un’ulteriore celebrazione ma uno stato di avanzamento in funzione di un’Olimpiade dove l’Italia ha vinto il bronzo, ha vinto l’argento e mai l’oro: sono loro a rappresentarci per l’oro”. Così nel corso di un’intervista con l’AGI, Andrea Lucchetta, mito della pallavolo italiana capitano della Nazionale ribattezzata ‘generazione di fenomeni’ che nel 1990 a Rio de Janeiro, parlando di quello che potrà fare questa Nazionale, quella del capitano Simone Giannelli e del cittì Ferdinando De Giorgi.
Quello di 33 anni era stato il primo titolo mondiale della storia della pallavolo italiana. Di quel gruppo di giocatori schierati sul rettangolo da Julio Velasco faceva parte anche Fefè De Giorgi che nel settembre scorso ha riportato il volley italiano sul tetto del mondo.
Lucchetta, 60 anni di Treviso, inserito nelle ‘Legend’ di Sport e Salute, dal 2009 è telecronista della pallavolo per la Rai. Per tutti, giovani in particolare, è conosciuto come ‘Lucky’. Lucchetta ha vinto anche tre World League consecutive (1990-1992), quattro titoli italiani e, almeno una volta, ha alzato al cielo i trofei internazionali per club, dalla Coppa dei Campioni al Mondiale.
“Mi sono ribattezzato di aver fatto parte di una generazione di minatori che hanno voluto defibrillare, con il cuore, la passione e la voglia di far capire agli italiani, che rappresentavamo veramente la maglia nazionale e la voglia di portare l’Italia sul tetto del mondo – dice l’ex centrale azzurro che in carriera ha vinto anche il bronzo olimpico a Los Angeles ’84".
"Ci siamo riusciti nel 1990 - racconta -, abbiamo proseguito perché abbiamo creato dei solchi con l’aratro in mano, e con l’avvicendamento e mentalità, questo totem è stato trasferito nello spogliatoio e che, ora a distanza di tempo, è stato dato a Ferdinando De Giorgi che faceva parte di quel gruppo (era secondo palleggiatore) e che nel 2021 e 2022 è diventato campione europeo e campione del mondo con il capitano del 1990, telecronista a fare le narrazioni delle gesta eroiche di Simone Giannelli e, come il capitano del ’90, ha vinto il premio di miglior giocatore al mondo”.
Parlando delle sconfitte l’ex pallavolista afferma, “sono quelle che ricordi con maggior intensità, Barcellona ’92 resterà sempre un fulmine che spacca in due una quercia millenaria e il segno resterà sempre indelebile anche perché quella volta il Cio (Comitato Olimpico Internazionale, ndr) aveva deciso che il quinto set finiva a 15”.
Nel 2022 c’è stato un vero e proprio boom per la pallavolo italiana: titolo mondiale maschile, bronzo mondiale femminile, vittoria delle azzurre della Volleyball Nations League e una serie di titoli europei giovanili (under 17, under 19 e under 21 femminile, under 18, under 20 e under 22 maschile). Trionfi che recentemente sono stati presentati anche a Papa Francesco.
Dell’exploit, Lucchetta, all’AGI che lo ha incontrato a Udine, dice, “la federazione pallavolo è una delle poche che ha investito sul territorio con progetto che unisce il linguaggio per i ragazzi, divertimento, sorriso, quindi senso di appartenenza”.
Dell’evoluzione della pallavolo giovanile il grande campione del passato sostiene, “lo spikeball ha completamento tolto il mini basket che era un diminutivo, non dava possibilità di identificazione a ragazze e ragazzi, la schiacciata non c’era e, invece, se hai una palla in mano allora schiaccia”.