AGI - "In Italia c'è qualche giovane di talento ma deve ancora emergere, manca, però, il nuovo Tomba". Lo dice all'AGI la leggenda vivente dello sci alpino, Gustav Thoeni, uno degli sportivi di sempre più famosi d'Italia, nonchè primo atleta degli sport invernali italiani ad aver sfilato due volte con la bandiera tricolore alla cerimonia d'apertura ai Giochi olimpici.
Thoeni, 71 anni, si racconta nei giorni dell'uscita nelle librerie del libro 'Gustav Thoeni - Dentro e fuori pistà edito da Athesia-Tappeiner Verlag. Il volume ripercorre la vita e la carriera straordinaria del campionissimo di Trafoi, il paesino dell'Alto Adige ai piedi dell'Ortles e lungo la strada che porta al passo Stelvio.
"Mi ha fatto piacere leggere che Russi e Klammer (grandi campioni del passato, ndr) mi copiavano - racconta Thoeni riprendendo il libro scritto dal cognato Christian J. Rainer -. Quanto è lontano adesso lo stile di Zeno Colò? è come il giorno e la notte. Faccio un esempio: una volta il tracciato passava vicino agli alberi, ora sarebbe inammissibile".
"Momenti toccanti sono stati al Quirinale quando sono stato premiato sia dal presidente Saragat che Leone e quando ho sfilato con il tricolore alla cerimonia d'apertura delle Olimpiadi di Innsbruck '76 e Lake Placid '80. Aver vinto l'oro olimpico resta il momento più importante della mia carriera anche perchè l'ho vinto in Giappone, Paese molto affascinante - racconta lo sciatore altoatesino -. Era il mio sogno da ragazzo, si avverato a Sapporo luogo dove la neve arriva fino al mare. Ho vissuto diverse Olimpiadi, fino a Lake Placid '80 e poi da allenatore tutte fino a Torino 2006, ma quella di Sapporo del '72 erano ancora genuine con un Villaggio olimpico unico".
I ricordi di Thoeni passano inevitabilmente per il doppio oro iridato del '74 a Sankt Moritz, la fantastica cinquina di Berchtesgaden e l'emozionante parallelo contro l'astro nascente di allora, lo svedese Ingemar Stenmark nel '75 sulla pista 'Ronch' in Val Gardena che assegnò quell'edizione della Coppa del mondo. "Quel giorno a Berchtesgaden (era il 7 gennaio '74) nacque la Valanga Azzurra, io arrivai secondo nel gigante vinto da Piero Gros ma alle nostre spalle arrivarono nell'ordine Erwin Stricker, Helmuth Schmalzl e Tino Pietrogiovanna. Erano grandi atleti - ripercorre Thoeni -. Tutte e quattro le Coppe hanno avuto un loro significato ed importanza ma quella del '75 è stata speciale. Quel giorno (il 23 marzo) la strada del Val Gardena era bloccata dai tifosi. è stata una gara sofferta, molto lunga con discussioni per quel passaggio strano di Stenmark durante una discesa".
Thoeni ricorda come è cambiato lo sci nel 1980 quando si è passati dal palo rigido a quello snodato in slalom: "è stata una rivoluzione ma anche una curiosità, all'inizio cercavamo di evitare il palo, lo si aggirava, poi è arrivato lo snodo ed inizialmente non si capiva bene come affrontarlo, lo abbiamo abbattuto prima col braccio esterno, poi con quello interno". 'Re Gustavò, come veniva chiamato dalla stampa italiana, è sempre stato uno sciatore di poche parole ma con le sue indimenticabili imprese fece entrare lo sci nelle case degli italiani favorendo al primo boom di praticanti sulle Alpi e sugli Appennini.
Oggi Gustav Thoeni gestisce assieme alla moglie Ingrid, l'albergo Bella Vista ereditato dal bisnonno Ludwig Ortler: un locanda diventata Family Hotel. Numerosa la famiglia Thoeni: tre figlie, Petra, Susanne ed Anna, e 12 nipoti. Il piccolo 'Museo dello scì adiacente alla reception è un tuffo nel passato tra cimeli, pettorali ed articoli, viene narrata la carriera del campionissimo di Trafoi. La biografia del grande campione del passato parte dei primi anni a Trafoi. "Ho iniziato a sciare a 3 anni sul prato vicino a casa - dice sorridendo -. Assieme a mio cugino Roland è sempre stata una sfida in casa e quando eravamo giovani per allenarci battevamo la pista individualmente".
In Coppa del mondo 'Re Gustavò è salito 69 volte sul podio, 24 volte sul gradino più alto "ma non dimenticherò mai quando, all'esordio a 18 anni, vinsi il gigante di Coppa della Val d'Isère". All'inizio della carriera Thoeni faceva parte delle Fiamme Gialle mai poi accadde un fatto: "ero entrato nel gruppo sportivo nel 1971 ma nel 1975, a 24 anni, con Ingrid avevamo deciso di sposarci e, essendo militare, mi sono dovuto congedare perchè ero troppo giovane (bisogna avere 26 anni)".
"Mi ha molto colpito la mia prima trasferta in Australia, nel '68, quando ero andato per ottenere un miglior punteggio: la mattina davanti alla finestra della camera c'erano i pappagalli", ricorda Thoeni. Da grande atleta a grande allenatore. Thoeni svela all'AGI il perchè è diventato allenatore personale di Alberto Tomba. "Ero un allenatore della squadra assieme a Pietrogiovanna. Tomba ai Mondiali di Vail '89 non era andato bene.
La famiglia di Alberto unitamente al suo manager Paletta (Alberto Marchi) chiesero alla federazione un team privato. Sono stato con Alberto sette anni. Diciamo che ero l'unico tecnico in grado di farlo ancora vincere, nel gruppo assieme agli altri atleti aveva troppi impegni. Lui era giovane, pieno di vita e si impegnava seriamente sia in allenamento che in gara".