AGI - E' quello della Panarotta in Trentino il primo comprensorio sciistico italiano ad aver annunciato che quest'inverno non metterà in moto gli impianti di risalita. Tanti altri stanno cercando di capire quali soluzioni trovare ma soprattutto come poter sopravvivere al caro-energia.
Amministratori delegati, contabili e ragionieri stanno passando giornate intere con calcolatrici e 'fogli exel' in mano per salvare una stagione invernale che ancor prima di iniziare si preannuncia difficile, costosa e soprattutto incerta causa l'esplosione dei costi dell'energia elettrica. Tutta la filiera della montagna è in apprensione, decine di migliaia di posti di lavoro a rischio.
Causa il caro-energia c'è chi pensa a chiudere gli impianti in alcuni giorni della settimana o aprire a giorni alterni, altri pensano ad una apertura ad orari (solo mattina o con la 'pausa pranzo'), altri ancora potrebbero decidere di aprire solo nel fine settimana. Nei comprensori più grandi c'è l'ipotesi di aprire solo alcuni impianti, quelli che vengono più frequentati. Verso lo stop allo sci notturno, alternativa che negli anni aveva riscosso successo.
In tutto questo c'è l'altra incognita: quanta neve arriverà a novembre? L'uso dei cannoni per produrre la neve avrà un suo costo in un contesto dove umidità dell'aria e basse temperature giocheranno un ruolo importante. I costi sono esplosi, dai pernottamenti alla ristorazione, dai materiali fino agli skipass.
Sono stati i giornalieri, gli stagionali o le tessere plurigiornaliere a subire i rincari maggiori, dal 6 fino al 12-13% con una media attestatasi sul 10%. Sulle montagne italiane le decisioni prese dai comprensori sono diverse. Nei sei comprensori del Friuli Venezia Giulia, ad esempio, è stato deciso di non aggiornare i prezzi e, quindi, il giornaliero continuerà a costare 39,50 euro per tutta la stagione (215 euro il settimanale).
In Alto Adige, Veneto, Lombardia e Valle d'Aosta i prezzi degli skipass vengono tendenzialmente differenziati in tre scaglioni, inizio e fine stagione, Natale-Capodanno e stagione intermedia. In alcune località c'è una piccola riduzione se l'acquisto viene fatto online.
Nelle prossime settimane, quando nelle caselle di posta elettronica o cassette delle lettere dei proprietari degli impianti arriveranno le nuove bollette degli ultimi mesi estivi, i prezzi potrebbero subire un nuovo rincaro. E' il caso del Dolomiti Superski, il carosello di oltre 1200 chilometri sulle Dolomiti che nel suo tariffario ha inserito un asterisco dove avverte i clienti di un possibile aumento.
Il giornaliero di Dolomiti Superski, in alta stagione, è passato dai 67 euro dell'ultimo inverno a 74. Lo skipass definito di 'valle' (non vale per il 'Sellaronda'), ovvero quello di uno specifico comprensorio va dai 69 euro di Cortina d'Ampezzo ai 61 di Fiemme-Obereggen. Il Dolomiti Superski stagionale passa dagli 870 euro di un anno fa agli 890 euro se acquistato fino al 24 dicembre mentre dopo Natale costerà 950 euro.
L'incremento maggiore è stato a Bormio in Valtellina dopo il prezzo del giornaliero in alta stagione ha subito un incremento del 13% passando da 46 euro a 52 euro (+6,4% lo stagionale che è pari a 825 euro). Più contenuti gli aumenti a Livigno, +5,8% per il giornaliero (da 52 a 55 euro) e +4,8% per lo stagionale (825 euro). Sfiora il 9% l'aumento in Val d'Aosta, +8,9% a Courmayeur (da 56 a 61 euro) e +7,5% a Cervinia (da 53 a 57 euro). Il record spetta alla località svizzera di Saas Fee dove all'attuale cambio franco-euro per il giornaliero bisogna sborsare 82 euro.