AGI - Dalle siepi, quelle che si corrono tra barriere e riviera, alla velocità pura. L'Italia dell'atletica leggera nella frizzante serata bavarese non ha tradito le sue tradizioni e ha scritto nuovi capitoli di storia. Nei 3000 siepi Ahmed Abdelwahed ed Osama Zoghlami sono rispettivamente argento e bronzo nella gara vinta dal sorprendente e scatenato finlandese Topi Raitanen.
Nei 200 metri, la gara che fu del mito Pietro Mennea (con 19"72 detiene ancora il primato europeo), bronzo meritato, con un pizzico di rabbia, per Filippo Tortu. A due giornate dal termine dei Campionati europei di atletica leggera di Monaco di Baviera, l'Italia raggiunge le nove medaglie con quella, almeno ipotizzata, della 4x100 maschile che non ci sarà perché fuori dalla finale per appena quattro centesimi dopo una rocambolesca mattinata tra il forfait dell'ultimo minuto di Marcell Jacobs e l'opportunità di ricorrere al quartetto della Turchia che poi ha estromesso quello italiano.
C'era tanta attesa per la finale dei 3000 siepi, gara che tanto ha dato all'Italia negli anni '90. In passato due volte ci furono due azzurri sul podio, nel 1990 a Spalato con Francesco Panetta oro ed Alessandro Lambruschini argento, e nel 1994 a Helsinki 1994 quando fu d'oro Lambruschini e d'argento Angelo Carosi.
La pattuglia azzurra era composta da tre atleti, Ahmed Abdelwahed ed i gemelli Ala e Osama Zoghlami che si sono messi in evidenza sin dai primi metri. Nel finale sono stati proprio gli italiani a rompere gli indugi e a provare a scappar via sognando una tripletta che sarebbe stata storica. Così non è stato perché dalla terra dei mille laghi è arrivato Raitanen, 26 anni di Tampere, che non aveva mai fatto meglio dell'ottavo posto (Olimpiadi 2020 e Europei 2018). Il finlandese, in vantaggio sull'ultima riviera, è riuscito a restare davanti ad Ahmed ed Osama con Ala ad arrancare nelle retrovie (poi settimo).
Con Raitanen, che ha concluso in 8'21"80, la Finlandia è ritornata sul tetto d'Europa dopo 16 anni (Jukka Keskisalo nel 2006). A spartirsi le restanti medaglie una sfida tutta in casa: argento per Ahmed Abdelwahed (8'22"35/Fiamme Gialle) e bronzo per Osama Zoghlami (8'23"44/Aeronautica Militare), il primo romano nato da genitori egiziani emigrati, il secondo tunisino di nascita ma trapanese d'adozione.
"È bellissimo, sono veramente felice, un clima fantastico - ha detto Abdelwahed -. I gemelli sono partiti prima e io mi sono accodato. Favorito perchè leader stagionale? Ho voluto fare la mia gara, sarei falso a dire che non sono soddisfatto".
Pochi minuti dopo le emozioni sono salite alle stelle per l'attesa finale dei 200 metri con Filippo Tortu. Il velocista brianzolo dal sangue un po' sardo, allenato da babbo Salvino, voleva una medaglia sulla distanza diventata la sua nuova frontiera.
L'ex primatista italiano dei 100 metri con 9"99, crono poi spazzato via dal 9"80 del ciclone Marcell Jacobs, non esce benissimo dai blocchi ma è sul lanciato che fa la differenza. Gli ultimi 50 metri di Filippo sono una cavalcata vincente che consente al finanziere di centrare il bronzo con 20"27 e rovinare la festa della tripletta alla Gran Bretagna.
A vincere il favorito Zharnel Hughes con 20"07. Argento come quattro anni fa Nethaneel Mitchell-Blake con 20"17, quarto Charles Dobson con 20"34.
"Avrei voluto qualcosa in più da questa gara, penso sia facile capirlo dal modo in cui ho tagliato il traguardo. Sono contento e soddisfatto di questa medaglia - ha detto Tortu nella mixed zone dell'Olympiastadion -. Ripercorrendo la gara nella testa non ho fatto grossissimi errori. Era il primo anno che ho preparato in maniera completa questa distanza, credo di aver fatto un grande anno, ho migliorato tutto me stesso per correre al meglio questa gara: da domani penserò a cosa migliorare".
Quella di Tortu è la quarta medaglia dell'Italia nei 200 metri. La prima nel 1962 il bronzo di Sergio Ottolina, quindi nel 1974 a Roma e nel 1978 a Praga gli ori firmati da Pietro Mennea.
Finale di serata all'insegna della cavalcata trionfale nei 400 ostacoli del primatista mondiale Karsten Warholm con il norvegese a fermare i crono su 47"12, primato dei campionati, e dello sprint vincente della svizzera Mujinga Kambundji nei 200 metri (22"32) a pochi giorni dall'argento nei 100. In chiave azzurra sul mezzo giro di pista settima Dalia Kaddari (23"19) e bella qualificazione alla finale degli 800 per Simone Barontini.