AGI - Da sempre la marcia è fedele all’Italia. È arrivata dalla nobile ed antica specialità del tacco-punta – debutto alle Olimpiadi nel 1912 a Stoccolma con il bronzo del pioniere Fernando Altimani – la prima medaglia dell’Italia ai Campionati europei di atletica leggera di Monaco di Baviera.
Sul percorso cittadino ricavato nella zona di Odeonsplatz per la ‘prima’ di sempre sui 35 chilometri, la nuova distanza introdotta dalla federazione mondiale andata a sostituire la 50 km, Matteo Giupponi ha conquistato la medaglia di bronzo.
Un podio, quello del 33enne portacolori dei Carabinieri originario di Bergamo ma residente a Milano, prossimo papà (è legato sentimentalmente con la marciatrice Eleonora Giorgi), che non solo apre il medagliere dell’Italia dell’atletica ma vale la carriera.
Dopo tante delusioni, tra stop per infortuni e controprestazioni, Giupponi è andato a cogliere il bronzo dopo 2 ore 30’34 di gara, oltre un’ora i meno rispetto alle fatiche della 50 km.
L’oro è andato allo spagnolo Miguel Ángel Lopez, vincitore in 2 ore 26’49, l’argento al tedesco Christopher Linke (2h29’30).
L’azione decisiva per il terzo posto, attorno al 29/o chilometro quando l’azzurro, quarto fino a quel momento, è riuscito a sorpassare lo spagnolo Manuel Bermudez, poi quarto a due minuti dal podio. Per Giupponi, allenato dall’ex cinquantista Gianni Perricelli, una grande soddisfazione anche perché dopo il bronzo nel 2009 agli Europei under 20 in Lituania sulla 20 km (nel 2007 era stato argento agli Eurojunior sui 10.000 metri), a livello internazionale assoluto vantava solo un ottavo posto nella 20 km delle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016.
Il bronzo di Giupponi è l’ottava medaglia della marcia italiana maschile alla rassegna continentale, numero che pareggia quello del settore femminile. Ad inaugurare il medagliere era stato Ettore Rivolta nel 1934 a Torino che fu bronzo nella 50 km. Sempre in quella che fino allo scorso anno era la distanza più lunga dell’atletica, seguirono gli ori di Dordoni nel 1950 e Abdon Pamich nel 1962 e 1966, ed il bronzo di Perricelli a Helsinki ‘94.
Nella 20 km solo un oro, quello postumo di Alex Schwazer a seguito della squalifica per doping del russo Stanislav Emelyanov. Solo una medaglia continentale per Maurizio Damilano, l’argento del 1986. Al femminile due ori, entrambi nel secolo scorso e nella 10 km (cancellata dal programma) ed entrambi conquistati dalla compianta Annarita Sidoti. Nella 20 km introdotta dall’edizione del 2002, tre bronzi (Erica Alfridi nel 2002, Elisa Rigaudo nel 2006 ed Antonella Palmisano nel 2018).
“È la medaglia che inseguivo da tanto tempo – ha esclamato Giupponi –. Dopo l’ottavo posto alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, ho dovuto combattere con gli infortuni e un distacco parziale del tendine ma ho continuato a crederci e anche a 33 anni non è mai troppo tardi”. Parlando della nuova distanza, Matteo ha affermato, “mi piace, a quanto pare si addice alle mie caratteristiche e ci ho lavorato tanto in allenamento”.
Raccontando la gara, l’azzurro ha spiegato, “è partita su ritmi piuttosto lenti ma quando è andato via Lopez sono rimasto nel gruppo che si è sgranato con l’andatura forzata dopo il ventesimo chilometro e quando ho visto che l’altro spagnolo Bermudez era un po’ in difficoltà l’ho messo nel mirino”.
Giupponi guarda già al futuro: “ora penso al figlio che sta arrivando, ma l’anno prossimo rientrerà Eleonora e quindi potremo puntare tutti e due ai Mondiali e alle Olimpiadi di Parigi del 2024”.