La maledizione del pullman degli Europei ha colpito anche Berrettini
AGI - La maledizione del pullman ha colpito in contemporanea quelli che c’erano sopra: la Nazionale di calcio e Matteo Berrettini.
Contemporaneamente all’eliminazione degli azzurri dal Mondiale è arrivato il forfait del tennista (a una manciata di ore dall’esordio contro l’argentino Cerundolo) dal torneo di Miami, il secondo torneo 1000 dell’anno.
Il pullman, ovviamente, è quello che nel luglio scorso scarrozzò i freschi vincitori dell’Europeo e il freschissimo finalista di Wimbledon in giro per il centro di Roma fra due ali di folla.
Quel tour, si ricorderà, scatenò polemiche feroci perché nemmeno oggi si sa con precisione chi, all’ultimo momento, lo autorizzò. Quell’esplosione di gioia aveva però al suo interno i semi delle delusioni che l’avrebbero seguita.
In particolare per Matteo Berrettini che pare essere entrato in un cono d’ombra inatteso e per certi versi imprevedibile.
Dopo il dolorosissimo ritiro alle Finals di Torino nello scorso novembre (che gli garantì una valanga di affetto paragonabile solo a quella che supportò Deborah Compagnoni dopo l’infortunio al ginocchio di Albertville ’92) ha sì raggiunto la semifinale di Melbourne; ma dopo si è re-infortunato ai muscoli addominali durante il torneo di Rio, è rientrato a Indian Wells dove è parso offuscato, non in forma e ha perso per mano di Kecmanovic in un torneo dove il tabellone spalancato gli avrebbe permesso di raggiungere la finale con un certo agio.
Da Miami si è ritirato per un non meglio dettagliato infortunio alla mano destra. E come se non bastasse l’ormai ex fidanzata Alija Tomljanovic lo ha spietatatamente cancellato dai suoi social confermando con i fatti la rottura della relazione.
Matteo non è sereno in campo e si vede. Due giorni fa ha sorriso, ma soltanto perchè era intento a farsi un selfie con Usain Bolt prima di assistere al match di Nba fra gli Heats e Golden State. Quello in cui è scoppiata un furibonda lite sulla panchina di Miami: Butler da una parte, Haslem e il coach Spoelstra dall’altra.
Con lancio di cartellina di quest’ultimo all’indirizzo del primo. Ma la cartellina non ha di certo colpito Matteo alla mano. L’infortunio deve essere avvenuto il giorno successivo perché nella foto con Bolt la mano destra di Matteo pare normale e non c’è traccia di fasciatura. Oppure deve trattarsi di un disturbo che di incerottamenti non necessita.
La sensazione è che il numero 6 del mondo stia vivendo una fase nuova della sua vita, in cui deve reggere a un bel po’ di pressioni. Intanto la consapevolezza di dovere in qualche modo compiere un nuovo salto di qualità che lo avvicini ai top-5, lui che è il primo italiano ad aver raggiunto almeno i quarti in tutti i tornei dello Slam.
Consapevolezza che però va di pari passo con un fisico, il suo, che suscettibile di infortuni lo è sempre stato (si ricordino le caviglie…) ma ora, spronato a reggere una maggior mobilità, dà segni preoccupanti.
In più Matteo è diventato un testimonial del suo nuovo main sponsor (Hugo Boss) e di se stesso. Per il marchio dell’abbigliamento è stato nominato global ambassador: sarà lui il volto delle campagne pubblicitarie globali del marchio. Altro che magliette da indossare durante il match.
E se la tua faccia campeggia su Times Square al pari di Jennifer Lopez e Mattew McConaughey qualcosa ti cambia nella vita: un ruolo del genere se da un lato ti arricchisce, dall’altro un po’ di peso lo poggia sulle tue spalle.
E poi c’è Aljia e la tranquillità sentimentale in campo conta, eccome. Nulla è trapelato sui motivi del loro allontanamento. Ma che l’umore del nostro non sia dei migliori lo si è visto chiaramente a Indian Wells quando si è rivolto spesso al suo angolo e a sé stesso con toni aspri e scuri che non gli sono consoni.
Certo è che il forfait di Miami gli consentirà di effettuare una preparazione più mirata per affrontare al meglio la fettina di stagione sulla terra dove dovrà difendere i punti della finale di Madrid 2021.
Matteo rientrerà a Montecarlo l’11 aprile mentre non è nella entry list di Belgrado dove, sempre l’anno scorso, vinse battendo Karatsev in finale. Forse qualche giorno di rallentamento nei tornei e nelle emozioni gli consentiranno di provare a lanciarsi verso il grande balzo. Cuore permettendo.