AGI - La legge del più forte è quella di Marco Odermatt. Lo sciatore svizzero è il nuovo campione olimpico di slalom gigante.
Sotto una forte nevicata, su una pista d'altri tempi, il campione elvetico ha confermato la sua strepitosa condizione tra le porte larghe dello sci alpino.
A Yanqing, Odermatt, già al comando della prima manche, al termine della gara ha preceduto di 19 centesimi lo sloveno Zan Kranjec autore di una bella rimonta risalendo dall'ottava piazza dopo metà gara. Bronzo a 1"34 dal vincitore il francese Mathieu Favre.
Prima volta del gigante senza italiani
Per la prima volta nella storia dei Giochi olimpici invernali nessun sciatore italiano risulta classificato al termine della gara di slalom gigante, la disciplina più praticata dello sci alpino.
Oggi sotto la bufera di neve di Yanqing al cancelletto di partenza c’erano ben 89 atleti in rappresentanza di almeno una Nazione per ogni continente, da Haiti al Portogallo, da Timor Est al Madagascar passando per Arabia Saudita (esordio ai Giochi invernali) e Giamaica.
Decisamente una grande delusione per il movimento maschile che, ad una sola gara dal termine dei Giochi di Pechino 2022, lo slalom speciale, rischia di rientrare in Italia senza medaglie.
L’assenza completa dalla classifica dello sci azzurro non era mai accaduta dall’introduzione del gigante alle Olimpiadi, ovvero da Oslo nel 1952. Nello slalom gigante odierno nessuno dei tre atleti azzurri ha concluso la gara: Tommaso Sala ed Alex Vinatzer sono usciti nella prima manche, Luca De Aliprandini a seguito dell’uscita nella seconda.
Peccato per De Aliprandini che un anno fa aveva conquistato l’argento iridato. Da Oslo ‘52 almeno un azzurro figurava sempre in classifica.
Dopo gli ori di Alberto Tomba a Calgary ’88 (4/o fu Ivano Camozzi) ed Albertville ’92, nessun italiano è riuscito a salire sul podio olimpico in gigante.
Da Lillehammer ‘94, dove Tomba venne squalificato, i migliori piazzamenti erano stati il sesto posto proprio nell’edizione norvegese di Norman Bergamelli seguito dall’ottavo di Max Blardone sulle nevi di Park City nel 2002, ben 20 anni fa quando i Giochi si svolsero a Salt Lake City.
Poi solo piazzamenti oltre il decimo posto, undicesimo De Aliprandini nel 2014 a Sochi e Blardone due volte undicesimo a Torino 2006 e Vancouver 2010. Nel 1972 a Sapporo, Gustav Thoeni centrò la medaglia d’oro e, per onor di cronaca, nel 1952 a Oslo, Zeno Colò concluse quarto.