AGI - In Cina sono praticamente introvabili i pupazzi di Bing Dwen Dwen, il panda gigante mascotte delle Olimpiadi invernali di Pechino. Ai negozi di souvenir della capitale cinese si sono formate in questi giorni lunghe code e le scorte sono andate subito a ruba. Il comitato organizzatore ha fatto sapere che l'inatteso boom di vendite del gadget è dovuto alla coincidenza con il Capodanno Lunare che lo hanno reso un gettonatissimo regalo mentre il periodo di festa ha rallentato la produzione: "Stiamo coordinando gli sforzi per garantire un'adeguata fornitura", ha assicurato il portavoce Zhao Weidong, "io stesso ho molti amici che mi chiedono dove poterlo acquistare".
Sul web dilaga però la protesta: in molti hanno lamentato che le mascotte sono andate esaurite anche sulle piattaforme e-commerce come Taobao, Tmall and JD. Su e-Bay il pupazzo alto 25 centimetri viene messo in vendita a partire da 200 euro.
L'hashtag "Un Bing Dwen Dwen in ogni casa" ha generato 210 milioni di visualizzazioni su Weibo, il Twitter cinese.
Il nome della mascotte si rifà al mondo dei bimbi cinesi e del freddo: infatti, Bing in cinese mandarino è una parola dai molti significati, il più comune è "ghiaccio" ma, per esteso, il termine significa "purezza" e "tenacia".
Dwen Dwen, invece, è un aggettivo che simboleggia la purezza e la forza, ma anche un modo con cui, in Cina, ci si riferisce ai bambini in maniera affettuosa.
Il “guscio” fatto di ghiaccio, simile a una tuta da astronauta che indossa il panda e che lo aiuta a pattinare, fare snowboard e a sciare insieme agli atleti olimpici. Il cuore che ha dipinto sul palmo sinistro simboleggia l’ospitalità della Cina per atleti e spettatori.