AGI - Nello sport anche una frazione di secondo può fare la differenza, ma il malese Muhammad Ziyad Zolkefli non avrebbe mai immaginato che un banale ritardo gli sarebbe costato una medaglia d'oro. E' accaduto alla Paralimpiadi di Tokyo: Zolkefli martedì si era presentato tre minuti dopo l'orario previsto alla gara di getto del peso nella classe F20, riservata ad atleti con disabilità intellettive relazionali. Poi in pedana aveva trionfato battendo addirittura due volte il record mondiale con la misura di 17 metri e 31 centimetri e poi 17,94.
"Nessun motivo valido"
I commissari di gara del Comitato Paralimpico Internazionale lo hanno però squalificato sostendo che inizialmente aveva fornito una spiegazione "logica" per il suo ritardo ma poi è stato accertato che "non aveva alcun motivo valido che lo giustificasse". Era stata la delegazione ucraina, il cui atleta Maksym Koval era arrivato secondo, a presentare ricorso per il ritardo.
Ondata di proteste
La squalifica ha suscitato un'ondata di proteste in Malaysia dove ha spopolato l'hashtag #Ziyad con offese si ogni genere per i giudici e per l'ucraino Maksym Koval, a cui è andato l'oro dopo la squalifica di Zolkefli. "Non rubate questo meritato oro da record mondiale a Ziyad", ha tuonato il deputato Fahmi Fadzil. Il ministro dello Sport, Ahmad Faizul Azumu, ha incaricato il Comitato olimpico nazionale di aprire un'inchiesta dicendosi "deluso": "Gli atleti hanno atteso cinque anni ma è bastato un ritardo di nemmeno cinque minuti per distruggere una speranza, è molto triste", ha commentato.
"Le regole sono regole"
Il portavoce del Comitato paralimpico, Craig Spence, si è rammaricato degli "insulti" ma ha ribadito che "le regole sono regole: la decisione è stata presa e non è colpa degli ucraini se il malese è arrivato tardi". Spence ha spiegato che Zolkefli e altri due atleti arrivati tardi avevano sostenuto di non aver sentito l'avviso perché era in una lingua che non conoscevano.