AGI - "Le Olimpiadi non le seguirò perché mi voglio bene e non voglio farmi ulteriore male. Ma devo anche dire la verità: non mi interessano". Così, parlando al telefono con l'AGI, Alex Schwazer risponde quando gli si chiede se seguirà le gare di atletica leggera e in particolare quelle di marcia alle Olimpiadi di Tokyo. "Diciamo che guarderò i 10.000 metri perché sono un tifoso di Yeman Crippa. Ecco: quella sarà l'unica gara che cercherò di guardare".
Alex definisce il recente libro scritto dal suo allenatore Sandro Donati, 'I signori del doping. Il sistema sportivo corrotto contro Alex Schwazer', "da leggere tutto d'un fiato anche per chi non è appassionato".
In merito al prosieguo giudiziario della sua vicenda, doce di voler "attendere le motivazioni del Tribunale federale svizzero e poi andare alla Corte europea per i diritti dell'uomo". "Lo faccio per avere giustizia non per tornare alle gare" dice l'ex campione olimpico della 50 km di marcia a Pechino 2008. "Non ho rimpianti, non mi resta che accettare questa cosa, so di aver fatto tutto quello che si poteva fare", aggiunge. "L'avevo detto subito, le speranze di andare alle Olimpiadi non erano mai altissime, ero sempre piuttosto cauto. Quando è arrivato il 'no', inizialmente ci sono rimasto male, poi l'ho digerita abbastanza bene".
Nel mese di maggio il Tribunale federale svizzero non aveva concesso l'istanza di sospensione della squalifica di 8 anni inflitta nell'agosto 2016 per recidiva all'uso di sostanze dopanti.
Nel febbraio scorso il Gip del Tribunale di Bolzano, Walter Pelino aveva accusato l'agenzia mondiale antidoping e la federazione internazionale di atletica leggera scrivendo sull'ordinanza, "l'odierno sistema Wada e Iaaf (oggi World Athletics, ndr) operano in maniera totalmente autoreferenziale edil presente procedimento ha eloquentemente dimostrato come esse non tollerino affatto controlli dall'esterno e anzi siano pronte a tutto per impedirlo, al punto di produrre dichiarazioni false e porre in essere frodi processuali".
Schwazer ha poi aggiunto: "il Tribunale Arbitrale dello Sport avrebbe dovuto occuparsi della vicenda nel momento in cui un tribunale ordinario ha sentenziato diversamente, se fosse accaduto il contrario il Tas avrebbe subito preso posizione".