AGI - Il capo del comitato organizzatore di Tokyo 2020, Toshiro Muto, non ha escluso alcuno scenario nel caso di un'esplosione dei contagi di Covid nel villaggio olimpico, neppure una cancellazione dell'evento all'ultimo momento: "Non possiamo prevedere cosa accadrà in termini di contagi", ha osservato, "potrebbero sia aumentare che diminuire e penseremo a cosa fare quando si presenterà il problema"."Continueremo a discuterne se ci sarà un aumento dei casi", ha aggiunto Muto, "abbiamo convenuto che sulla base dell'andamento della pandemia, terremo nuovi colloqui a cinque (comitato organizzatore, municipio di Tokyo, governo giapponese, Cio e Comitato paralimpico, ndr)".
Le grandi aziende prendono le distanze
Intanto l'irrompere del coronavirus nel Villaggio Olimpico ha spinto le grandi aziende a cercare di dissociarsi da Giochi sempre più impopolari, visti con favore solo dal 33% dell'opinione pubblica nipponica, secondo l'ultimo sondaggio di Asahi Simbun. Toyota, che ha tolto il logo olimpico dagli spot trasmessi in Giappone, non è l'unico sponsor i cui dirigenti diserteranno la cerimonia d'apertura per essere associati il meno possibile a un'Olimpiade che si sta trasformando in una fonte di imbarazzo per il Paese. Anche i vertici aziendali di colossi come Asahi, Panasonic, Fujitsu e Ntt hanno preso la stessa decisione. L'assenza più pesante sarà però quella di Masakazu Tokura, numero uno del gruppo chimico Sumitomo e, soprattutto, presidente di Keidanren, l'equivalente giapponese della Confindustria.
Macron in tribuna
La cerimonia d'apertura, alla quale ha annunciato la sua presenza il presidente francese Emmanuel Macron, unico tra i leader del G7 a parte il padrone di casa, dovrà inoltre fare a meno della musica del celebre compositore giapponese Keigo Oyamada, noto come Cornelius, che ha deciso di rinunciare in seguito al riemergere di una vecchia intervista nella quale si era vantato di aver commesso atti di bullismo ai danni di un compagno di scuola disabile. Uno dei tanti danni di immagine che fanno da contorno a quello, ben più pesante, di una "bolla" olimpica rivelatasi vulnerabile nonostante i test quotidiani sugli atleti, l'80% dei quali risulta vaccinato. Sono ormai 71 le persone coinvolte a vario titolo nei Giochi che sono risultate positive al Covid-19, quattro delle quali all'interno del Villaggio Olimpico.