AGI - Alle Olimpiadi di Rio de Janeiro del 2016 aveva fatto la storia con la medaglia di bronzo nel fioretto, la prima mai conquistata nella scherma da una donna araba o africana. Ora a 32 anni la tunisina Ines Boubakri vuole fare di nuovo la storia a Tokyo, in quelli che saranno con ogni probabilità i suoi ultimi Giochi. E' una responsabilità verso il movimento sportivo del suo Paese ma soprattutto verso le tante giovani donne arabe e africane che sono state ispirate dal suo esempio.
Figlia d'arte
Ines è figlia d'arte: la madre, Henda Zaouali, aveva partecipato ai Giochi del 1996 ad Atlanta e suo marito, Erwann Le Pechoux, è nella squadra olimpica francese di fioretto. In Francia vive e si allena da quando aveva 18 anni ma non ha mai tradito la sua Tunisia, per la quale ha vinto anche un bronzo ai mondiali ed è ora alla sua quarta partecipazione olimpica.
"Quando ho iniziato a essere tra le migliori al mondo la gente diceva 'è tunisina, come può essere così forte''", ha ricordato Ines in un'intervista alla Bbc, "quando ho vinto la medaglia ho detto 'ora non devo provare più nulla a nessuno', me la sono meritata". La medaglia di Rio era arrivata malgrado i dolori alla schiena e a un ginocchio, battendo in rimonta la russa Aida Shanayeva.
La medaglia di bronzo "la dedico a tutti i tunisini, ma è soprattutto per le donne del mio Paese, per tutte le donne arabe", aveva detto a caldo la schermitrice di Tunisi dopo essere stata sconfitta in semifinale a Rio dall'azzurra Elisa Di Francisca, "sono qui per dire che noi ci crediamo, che esistono le donne e hanno un ruolo nella società. Il messaggio va anche ai giovani".
Una grande responsabilità
Al ritorno in patria le era stata riservata un'accoglienza "presidenziale" e aveva scoperto di avere un vastissimo seguito di donne che grazie al suo esempio hanno ampliato l'orizzonte del proprio futuro. "E' una responsabilità avere così tante ragazzine che mi seguono", ha detto, "ho anche una certa pressione perché devo mostrare come si può arrivare alla medaglia non solo nello sport ma nella vita. Non è che perché siamo africane o arabe non possiamo farcela, bisogna credere in se stessi, essere fiduciosi e non lasciare che la gente ti giudichi".
"Per me è molto importante che ci sia uguaglianza tra uomini e donne", ha aggiunto, purtroppo nel mondo arabo ancora si fanno di queste distinzioni e si dice 'non può fare questo perché è una donna, ma a volte sono gli uomini a non sapere fare cose che le donne sanno fare, voglio fermare questa ineguaglianza".
"Sento tante ragazze che dicono che non vogliono fare sport perché non vogliono avere un fisco muscoloso e quando lo sento resto sconvolta", ha raccontato la schermitrice tunisina, "faccio scherma da vent'anni e mi ha aiutato ad avere un corpo sempre in forma. Bisogna provare tanti sport e vedere cos può fare il proprio corpo, non c'è bisogno di arrivare ai massimi livelli".
I progetti per il futuro
Per quando si ritirerà dalla scherma, forse prima o subito dopo le prossime Olimpiadi che si terranno in Francia fra tre anni, nel 2024, Boubakri vuole restituire un po' delle opportunità che ha avuto lei alle giovani generazioni. "Ho un Master in psicologia dello sport e possono insegnare educazione fisica, il mio sogno è fondare un'accademia internazionale della scherma", ha spiegato, "penso a persone come me che non hanno grandi circoli o federazioni alle spalle e che potrebbero iscriversi a questa accademia per migliorare la propria scherma e io li potrei allenare per partecipare alle competizioni internazionali".