AGI - Dalla storica decisione mai avvenuta dal 1896, anno della prima edizione delle Olimpiadi moderne, di posticipare di un anno un’edizione dei Giochi, quella di Tokyo 2020, ad un’altra scelta dolorosa: non consentire al pubblico straniero di assistere alle competizioni sportive di un evento a cinque cerchi. Tutta colpa della pandemia di Covid-19 che nel mondo ha già mietuto quasi 2,7 milioni di morti e che sta mettendo in forte difficoltà anche gli spostamenti.
Il movimento olimpico oggi ha deciso di non consentire l’accesso in Giappone ai tifosi stranieri facendo, purtroppo, venir meno i capisaldi dell’olimpismo: la pace, l’unione e l’incontro dei popoli della terra. Niente da fare, oggi in videoconferenza il Comitato Olimpico Internazionale, il governo giapponese, quello metropolitano di Tokyo, il Comitato Paralimpico Internazionale e gli organizzatori locali hanno deciso per un secco ‘no’ alla presenza straniera sulle tribune dei Giochi della XXXII Olimpiade estiva. Un annuncio arrivato cinque giorni prima dalla partenza della staffetta della torcia olimpica che inizierà dall’J-Village di Fukushima.
l viaggio del ‘fuoco di Olimpia’ attraverso il Giappone coinvolgerà 10.000 tedofori – tutti giapponesi – e terminerà dopo 121 giorni, il 23 luglio nel giorno della cerimonia di apertura dei Giochi al National Stadium di Tokyo. La decisione di vietare l’ingresso in Giappone per motivi di turismo era già da tempo nell’aria. I funzionari nipponici hanno detto che il rischio di ammettere i possessori di biglietti stranieri durante una pandemia è troppo grande oltre ad essere fortemente contrastata dai giapponesi.
In merito alla decisione, il neo rieletto presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Thomas Bach, dispiaciuto, ha affermato, “lo abbiamo detto sin dall’inizio che questa pandemia avrebbe comportato dei sacrifici: ora mi dispiace davvero e condividiamo la delusione di tutti i tifosi olimpici del mondo e delle famiglie e gli amici degli atleti che stavano progettando di venire ai Giochi”.
Gli organizzatori dei Giochi fanno sapere che circa 810.000 biglietti sono stati venduti all’estero e promettono rimborsi ma questo sarà determinato dai rivenditori autorizzati che gestiscono le vendite al di fuori del Giappone. Questi rivenditori addebitano, però, commissioni fino al 20% in più rispetto al prezzo del biglietto e, per il momento, non è chiaro se le commissioni saranno rimborsate. L’onere finanziario della vendita dei biglietti persi ricadrà sul Giappone che già spende 15,4 miliardi di dollari per organizzare i Giochi.
Circa 4,45 milioni di ticket sono già stati venduti a residenti in Giappone ma, anche per loro, non è ancora definito se potranno assistere dal vivo alle partite e gare olimpiche siano esse in palazzetti o in stadi all’aperto.