AGI - La situazione dello sport in Italia si fa sempre più ingarbugliata e si fa pesante lo scontro tra il Governo e, addirittura, il Comitato Olimpico Internazionale. La riforma dello sport è una questione tutta italiana tra Coni, Federazioni sportive e Ministero dello Sport ma interessa, e non poco, anche al maggior ente sportivo a livello mondiale: il Cio.
La nuova puntata di questo delicato tema – che si trascina senza trovare un punto d’arrivo da ormai due anni – è andata di scena tra le colline della Romagna, all’autodromo di Imola, nell’ultima giornata del Mondiale di ciclismo. Si è trattato di un ‘pericoloso’ botta e risposta tra il presidente del Cio, Thomas Bach e il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora. Se fino a ieri il braccio di ferro era una questione quasi tutta tra il ministro ed il mondo sportivo con i presidenti federali sulle barricate, da oggi è entrato nella delicata questione anche il Comitato Olimpico Internazionale che assumerà un ruolo tutt’altro che secondario. Come ha fatto sapere Bach, è molto probabile che il 7 ottobre durante la riunione in videoconferenza, l’Esecutivo del Cio tratterà la situazione italiana.
Il Cio potrebbe avviare iter per sospendere Coni
Il governo dello sport mondiale potrebbe decidere di dare un ultimatum al Coni ma anche avviare l’iter di sospensione del Comitato olimpico italiano perché, come ha detto oggi Bach a Imola, “il Coni non è conforme con la Carta Olimpica”. Perché il Coni, che storicamente è sempre stato apprezzato dal Cio, viola la Carta Olimpica? Vanno fatte due premesse. La Carta Olimpica è una sorta di ‘Magna Carta’ composta da 6 capitoli e 61 articoli che contiene le regole e le linee guida per come si organizzano i Giochi olimpici e la governance del movimento olimpico. Secondo punto non trascurabile: il Coni è l’unica struttura di riferimento del Cio sul territorio italiano.
Il Coni viola due norme
Il Coni viola due norme. La prima è al paragrafo 5, ovvero le “organizzazioni sportive aderenti al Movimento olimpico devono essere politicamente neutrali”. La seconda, all’articolo 27 (e successivi commi) del paragrafo 7: “i Noc (Comitati olimpici nazionali) devono preservare la propria autonomia e resistere a pressioni di qualsiasi tipo, incluse quelle politiche, giuridiche, religiose o economiche che potrebbero impedire loro di adempiere alla Carta Olimpica”. C’è l’esplicita menzione anche della possibile sospensione, “se la costituzione, la legge o altre norme in vigore nella Nazione in questione, siano ostacolo all’attività o alla libera espressione del Noc stesso”.
Bach: preoccupati da non funzionalità del Coni
“Siamo molto preoccupati sulla non funzionalità del Coni, speriamo che una soluzione venga trovata molto presto – ha detto Bach, bavarese, oro olimpico nella scherma nel ‘76 a Montreal –. Siamo molto preoccupati anche per la preparazione e l’organizzazione delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. In questo momento vediamo un rischio sulla preparazione degli atleti olimpici dell’Italia anche in vista delle Olimpiadi di Tokyo, questo potrebbe significare meno chance di medaglie per l’Italia”.
Cosa significherebbe sospensione del Coni? Niente bandiera italiana, niente inno di Mameli in caso di vittoria, divise neutre, medaglie che rientrerebbero nel serbatoio degli Independent Olympic Athletes (IOA). Ma c’è di più. Ai Giochi nella terra del Sol Levante rinviati all’estate 2021 causa pandemia di coronavirus, parteciperebbero solo atleti italiani qualificati e a titolo individuale e non le squadre. Tradotto? Niente nazionali di pallavolo, softball e Settebello. Niente ‘sogno’ olimpico nemmeno per dirigenti e giornalisti italiani perché il Cio non rilascerebbe accrediti ad un Comitato olimpico sospeso.
Rischi per olimpiadi Milano-Cortina 2026
L’altro grande rischio, ben più grave, riguarderebbe l’Olimpiade invernale di Milano-Cortina del 2026. Con il Coni sospeso per una legge nazionale non conforme alla Carta Olimpica, la Svezia potrebbe ricorrere al Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna e, con un iter decisamente molto articolato, chiedere che Giochi del 2026 vengano dati a Stoccolma-Aare, unica avversaria della candidatura vincente di Milano-Cortina alle votazioni del 24 giugno 2019. Oggi da Imola, Giovanni Malagò, presidente del Coni e membro Cio, ha ribadito un concetto più volte espresso: “non è un discorso rivolto solo al Coni ma che riguarda tutti i 206 Comitati olimpici nel mondo, grandi o piccoli che devono essere indipendenti e, in questo momento su certi aspetti, sinceramente il Coni non è indipendente”.
Immediata la risposta del ministro Spadafora che esclude, “perché non ci sono le condizioni”, un prossimo incontro Governo-Cio. Spadafora ha annunciato che domani invierà una lettera con richiesta di spiegazioni a Bach sulle dichiarazioni fatte a Imola.
Spadafora: Bach pensi alla Bielorussia
“Bach sta in modo inusuale e poco istituzionale parlando di una bozza di legge che francamente stento a credere che abbia personalmente letto – ha affermato Spadafora –. Se invece davvero così fosse, indichi con chiarezza assoluta in quali punti la bozza non rispetta la Carta Olimpica, oppure eviti di trascinare il Cio in un dibattito davvero poco edificante per una istituzione così importante. Se per Bach l’autonomia del Comitato Olimpico in Bielorussia non è in discussione, figuriamoci in Italia”.
Il ministro dello Sport, rispondendo a Bach sulle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 e sulla preparazione degli atleti azzurri in vista di Tokyo, ha aggiunto: “lo tranquillizzo sui preparativi di Milano -Cortina 2026 che procedono bene come potranno confermargli sia il presidente del Coni che il Presidente della Fondazione Milano-Cortina 2026 che del resto sono la stessa persona”.
Il ministro Spadafora ha poi concluso affermando che “è ridicolo sostenere che la riforma possa incidere sulla preparazione degli atleti italiani e sulle loro possibilità di vittoria a Tokyo: una frase che offende l’Italia e i suoi grandi atleti”.
Nuova puntata mercoledì 30 quando Spadafora incontrerà i partiti di Maggioranza e al Coni ci sarà un vertice con i presidente federali.