P otrebbe essere stato manipolato quel campione di urina che due anni fa costò al marciatore italiano Alex Schwazer un procedimento di doping e una pesantissima squalifica di 8 anni, che gli ha impedito di partecipare alle Olimpiadi di Rio. È a suggerirlo sarebbe il risultato del test del Dna che l'atleta, sempre professatosi innocente (ma dichiaratosi colpevole ai tempi di un altro episodio nel 2012, alla vigilia dei Giochi di Londra), aveva chiesto per essere scagionato da un'accusa che gli ha distrutto una carriera che aveva toccato l'apice con l'oro vinto alle Olimpiadi di Pechino del 2008.
A diffondere la rivelazione è stato giovedì scorso il quotidiano altoatesino Tageszeitung, che rende conto del lavoro portato avanti in questi mesi dal Ris di Parma su incarico del gip di Bolzano, titolare dell’inchiesta penale, Walter Pelino.
Una "discrepanza incredibile"
"Per prima cosa, le analisi di laboratorio sui campioni A e B di urina del marciatore azzurro hanno evidenziato un’anomalia incredibile: la concentrazione di dna di Schwazer nel campione B, come rivelato dal sito ilsussidiario.net, è superiore addirittura tre volte a quella presente nel flacone A: 1.187 picogrammi/microlitri contro 437", riassume il Corriere, "una discrepanza «inspiegabile» scientificamente, che potrebbe nascondere ciò che l’entourage di Schwazer ha sempre sostenuto con forza: la manomissione delle provette (faticosamente ottenute dopo una battaglia durissima dal laboratorio di Colonia, che il 7 febbraio scorso aveva addirittura consegnato un campione aperto) per incastrare l’atleta e realizzare il «delitto perfetto»".
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"Per la Iaaf questa nuova rivelazione non ha alcun valore", sottolinea Repubblica, "il Ris procede invece facendo ulteriori approfondimenti sulla vicenda: il comandante Lago ha infatti ordinato una maxi test sul dna di 100 individui, scelti tra sportivi e persone comuni al fine di monitorare il dna separato in due campioni per capire se è effettivamente possibile che ci siano simili difformità. Le conclusioni del Ris saranno presentate entro il 5 settembre sul tavolo del gip Pelino".