Il comune di Torino vuole le Olimpiadi 2026, ma non il conto da 2 miliardi
- Chiara Appendino
D ue miliardi e 137 milioni di euro: è questa la spesa prevista da Torino per organizzare i Giochi Olimpici del 2026. “Una spesa che però non tocca le casse comunali” ha spiegato la sindaca Chiara Appendino nel corso della conferenza stampa di presentazione del pre-dossier piemontese, lo stesso che ha portato a Roma e consegnato al Coni.
“Non prevediamo di fare debito”, annuncia Appendino. E allora da dove arriveranno i soldi? “650 milioni di euro arriveranno dallo Stato, altrettanti dai privati e dal mercato” e il rimanente dall’Ioc, il Comitato Olimpico Internazionale. Il dettaglio delle spese è nella tabella a pagina 140 del dossier, ma la sostanza è questa: 1 miliardo e 178 milioni saranno destinati all’organizzazione dell’evento, alti 959 milioni alle opere e alle infrastrutture.
Torino si svela. E corre la maratona per aggiudicarsi l’evento a cinque cerchi puntando su tre asset, a cominciare dal rispetto dell’ambiente: Appendino promette “zero consumo di suolo vergini, la rigenerazione degli impianti utilizzati nel 2006 e il riutilizzo delle infrastrutture già pronte”. Impatto ridotto al minimo, insomma, sia in città che nelle montagne dove “non costruiremo nulla”. Per la sindaca la candidatura di Torino “è credibile” più di quella di Milano, proprio perché sostenibile.
Sono certa che la scelta cadrà sulla proposta meno impattante su economia e ambiente”, dice lei. Che parla di blockchain per controllare le spese, elettrico e guida autonoma nel capitolo trasporti, e poi anche di droni e alta tecnologia. Capitolo villaggi olimpici: in montagna “saranno gli stessi del 2006 - spiega l’architetto Alberto Sasso che ha curato il dossier - ma consapevoli delle nuove necessità dettate anche dall’aumento degli atleti puntiamo sull’ospitalità di prossimità”. Compresi i bed and breakfast, spiega Appendino.
Torino sarà pronta due anni prima dei Giochi, ha garantito la sindaca. Con due villaggi olimpici in città: uno nella ex sede della fabbrica Thyssen, chiusa da dieci anni quando un incendio uccise sette operai, e uno all’ex Moi, sede di quello del 2006 e oggi oggetto di polemiche per la cattiva gestione degli spazi e dell’occupazione abusiva di alcuni migranti. In montagna, invece, ce ne saranno altri due, a Bardonecchia e Sestriere. L’area media, invece, troverà posto in altri due edifici fino a oggi non sfruttati: l’ex Manifattura Tabacchi e l’ex grattacielo della Rai nei pressi della stazione di Porta Susa.
Appendino tira dritto nonostante le polemiche nella sua maggioranza in Consiglio comunale, e anzi rilancia attaccando Milano dove, ieri, il sindaco Giuseppe Sala aveva spiegato che avrebbe preferito una candidatura congiunta. “Non esiste un dossier con Milano – taglia corto -, è una chiacchiera dei giornali. Un evento si fa se è sostenibile, non in base alle convenienze politiche".